Logopedia, 2 anni per una visita: «S’investa nella formazione qui»

Appello di Peroni (Ordine delle Professioni sanitarie): «Serve un corso di laurea. Intanto è stata avviata una provocazione bonaria»
Molte famiglie lamentano tempi lunghissimi per una visita dal logopedista
Molte famiglie lamentano tempi lunghissimi per una visita dal logopedista
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Liste d’attesa? «Nel Bresciano ci sono famiglie che per una visita dal logopedista con il Sistema sanitario nazionale aspettano fino a due anni. Alcune ci hanno scritto per lamentarsi». A riferirlo è Luigi Peroni, presidente dell’Ordine delle Professioni sanitarie, che conta 4.500 iscritti con 18 profili diversi: dai dietisti ai tecnici della prevenzione nell’ambiente di lavoro, dai podologi ai tecnici audiometristi fino, appunto, ai logopedisti. Questo ultimi, tra città e provincia, sono 150. Alcuni di loro, consapevoli delle lunghe liste d’attesa, hanno dato vita a quella che Peroni definisce una «provocazione bonaria nei confronti delle istituzioni: in accordo con la Commissione d’albo - spiega - si sono resi disponibili a seguire comunque i casi urgenti e provenienti da famiglie in difficoltà economica».

Quello della carenza di logopedisti in tempi in cui il loro servizio è molto richiesto e prezioso è «un problema al quale si potrebbe rispondere avviando nella nostra città un corso di laurea ad hoc. Noi l’abbiamo chiesto e speriamo ci ascoltino, come è successo con l’Ortottica: i professionisti di questo settore nel Bresciano sono una quarantina, pochissimi rispetto alle reali necessità del territorio. Ci rincuora, però, sapere che all’Università Statale inizierà presto un corso di studi triennale proprio in Ortottica e Assistenza Oftalmologica».

La «cura» Bertolaso

Per abbatte le liste d’attesa l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso qualche settimana fa ha presentato a Palazzo Lombardia un piano da 61 milioni di euro con il quale ha chiesto alle realtà pubbliche e private accreditate di mettere in agenda settemila visite (quasi un migliaio nella nostra provincia) entro dicembre. E ha messo nero su bianco pure quanto dovrebbero durare: venti minuti una prima visita dal cardiologo o dal ginecologo, un quarto d’ora un’ecografia all’addome...

Premesso che «non lavoriamo in catena, ma abbiamo a che fare con le persone e dobbiamo curare bene l’accoglienza e la dimissione delle stesse affinché si sentano seguite e rispettate e ritornino a farsi curare nella stessa struttura», il presidente Peroni lamenta il fatto che «gli addetti ai lavori non siano stati coinvolti nella stesura del piano». A presentazione avvenuta, però, i presidenti degli Ordini lombardi Tsrm e Pstrp sono stati convocati in Regione dal nuovo dirigente al Welfare Marco Cozzoli per dar vita a un dialogo attraverso dei tavoli tecnici. L’esito dell’incontro è stato positivo: Peroni, che ricopre pure il ruolo di coordinatore regionale degli Ordini delle Professioni sanitarie, riferisce che «i presidenti hanno evidenziato disponibilità a elaborare nuovi modelli organizzativi per il sistema salute».

L’Ordine delle professioni sanitarie

L’Ordine bresciano, come accennato, conta 4.500 iscritti di 18 professioni sanitarie «fondamentali per rispondere, in tutta la sua complessità, al bisogno di salute dei cittadini. Spiace, però, che nonostante i progressi fatti in questi anni per dare visibilità alle professioni sanitarie, resti ancora molto lavoro da svolgere in termini di cultura e di riconoscimento del nostro ruolo. Chi deve legiferare o distribuire fondi in troppi casi parla solo di medici e infermieri, ma ci siamo anche noi». Un «noi» che comprende - ad esempio - educatori professionali, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici audiometristi e tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.

Sicurezza sul lavoro

Questi ultimi sono «pubblici ufficiali che dipendono dall’Ats. Il loro ruolo, soprattutto di questi tempi caratterizzati dal susseguirsi di incidenti, è importantissimo: sono impegnati sia sul fronte della sicurezza sia su quello della tutela ambientale. Con il loro lavoro contribuiscono a creare un ambiente di lavoro sicuro e sano».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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