Legge sulla montagna, «provvedimento atteso». Ma c’è chi chiede più soldi

L’imprinting della legge sulla montagna ha un imprinting chiaro, con un partito che più di altri ha spinto perché divenisse realtà: la Lega. Lo dimostra il ministro proponente, il ministro Calderoli, lo conferma l’impegno concreto nella stesura del testo di molti esponenti nazionali del Carroccio. «La nuova legge sulla montagna è un riconoscimento di chi la montagna la vive, la rispetta e la presidia ogni giorno - dichiara il consigliere regionale della Lega Floriano Massardi -. È un segnale di attenzione verso comunità, tradizioni e stili di vita che fanno parte integrante della nostra identità».
Un plauso arriva anche dal collega di maggioranza Diego Invernici: «Si tratta di un provvedimento atteso da anni che segna un cambio di passo nelle politiche nazionali verso i nostri territori alpini e appenninici - le sue parole -. Finalmente viene messa nero su bianco una visione complessiva. Non più interventi spot, ma una strategia nazionale che investe in sanità, scuola, servizi essenziali, digitalizzazione e lavoro». Una strategia che affonda le sue radici in un impegno lungo, complesso, come dimostrato anche dal lavoro del Tavolo tecnico della montagna, istituito nel 2021, di cui è coordinatore il sindaco di Edolo Luca Masneri.
Infine un ulteriore stimolo arriva dall’Unione nazionale comuni comunità enti montani. Al plauso per l'approvazione il suo presidente Marco Bussone affianca anche un augurio e cioè che «dai 200 milioni di euro del Fondo montagna si possa salire, anche attivando risorse dalle concessioni idroelettriche, autostradali e delle attività estrattive. Perché la montagna non vuole più regalare risorse».
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