CronacaGarda

I beni archeologici unici conservati sul lago di Garda

Tra i maggiori spiccano le Grotte di Catullo a Sirmione, la villa romana dei Nonii Arrii a Toscolano Maderno e quella di Desenzano
Villa romana, conosciuta come le Grotte di Catullo
Villa romana, conosciuta come le Grotte di Catullo
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Un lago come un dio. Tanto da prendere lo stesso nome della divinità: Benacus, personificazione stessa dello specchio d’acqua talvolta associata al culto del dio Nettuno. Su queste sponde, tra un microclima perfetto e un ricco patrimonio faunistico e ambientale, si stanziarono gli antichi. Prima le popolazioni autoctone, poi i romani. E duemila anni dopo la presenza della dominazione è ampiamente testimoniata da insediamenti e ville, da resti di centuriazione e di un santuario a Riva del Garda. E poi necropoli, lapidi e testimonianze epigrafiche.

Tra i maggiori beni archeologici spiccano le Grotte di Catullo a Sirmione, la villa romana dei Nonii Arrii a Toscolano Maderno e quella di Desenzano del Garda. Erroneamente attribuita al poeta romano, la villa conosciuta come Grotte di Catullo è collocata in una posizione eccezionale, sulla punta della penisola di Sirmione, domina dall’alto dello sperone roccioso l’intero bacino del lago di Garda. L’area di circa due ettari conserva al suo interno i resti di una delle maggiori ville residenziali dell’Italia settentrionale ed è circondata da uno storico uliveto. All’interno dell’area archeologica, dal 1999 è aperto il piccolo ma rilevante Museo archeologico di Sirmione, che espone reperti provenienti da Sirmione e da alcuni siti del basso Garda.

La villa di Toscolano Maderno - solo parzialmente scavata - costruita nel I secolo d.C. - appartenne probabilmente a un esponente di una delle più importanti famiglie bresciane, Marco Nonio Macrino, console nel 154 d.C.. Una sua iscrizione con dedica alla moglie Arria è stata infatti rinvenuta nel Seicento nell’area dell’edificio.

La parte oggi visibile comprende diversi vani, alcuni dei quali conservano ancora ampi tratti di intonaco dipinto e pavimenti a mosaico con motivi geometrici, in sole tessere bianche e nere o con uso limitato anche di tessere colorate. La villa di Desenzano è la più importante testimonianza archeologica delle grandi ville tardo antiche nell’Italia settentrionale. I resti, scoperti a partire dal 1921-1923, sono riferibili a un periodo tra la fine del I secolo a.C. e il V d.C.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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