Gioco d’azzardo, i bresciani spendono all’anno oltre 3 miliardi di euro

Altro che bruscolini. Brescia scommette nel gioco d’azzardo tre miliardi e 54 milioni di euro in un anno. Una cifra da capogiro - relativa al 2024 - che, giusto per rendere l’idea, rappresenta all’incirca l’8% di tutti i depositi bancari dei bresciani (37,2 miliardi).
Il trend, purtroppo, è in crescita: rispetto al 2023 quella che in gergo tecnico viene definita «raccolta» (l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori) ha fatto un balzo di oltre 217 milioni di euro passando da 2,8 a più di tre miliardi. In aumento è il «gioco fisico» (più 27 milioni in un anno), ma soprattutto quello «telematico» (la differenza è di oltre 189 milioni). Emerge dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze che il gruppo parlamentare del Pd è riuscito ad avere grazie a un’interrogazione.
Dati che riguardano tutto il Paese: in Italia la «raccolta» ha raggiunto il valore record di 157,4 miliardi (dei quali più di 92 miliardi bruciati on line) contro i 148 miliardi del 2023; in Lombardia siamo a quota 12 miliardi e 455 milioni per il «gioco fisico» e 12 miliardi e 386 milioni per quello «telematico». La provincia che, nella nostra regione, ha puntato di più è quella di Milano (quasi 9 miliardi), seguita da Brescia.
Allarme
Secondo Gian Antonio Girelli, deputato del Pd di origine bresciana, «questi dati fotografano una situazione assai nota della quale si parla senza, in realtà, fare nulla. Anzi, il comportamento dello Stato, anche nei confronti dei tabaccai, va nella direzione opposta. La soluzione non è il proibizionismo, ma la presa di coscienza che il gioco va disincentivato con chiarezza denunciandone gli effetti». Daniela Capitanucci, presidente di And (Azzardo e Nuove dipendenze Aps) insignita del titolo di grande ufficiale Omri, aggiunge che «questi dati dovrebbero essere pubblici e facilmente accessibili. Invece vengono trattati come se fossero “un segreto di Stato”. Quest’anno possiamo leggerli sono perché un partito, il Pd, li ha chiesti».
A suo avviso sono incompleti: «A differenza degli anni passati, sono disponibili solo la "raccolta", cioè il "giocato", e le "vincite", ma per comprendere il fenomeno nel suo complesso avremmo bisogno anche di conoscere quanto va all’erario (cioè, allo Stato) e quella che in gergo tecnico viene definita la "spesa"». Fermandoci alla «raccolta», in inarrestabile incremento, anche Capitanucci esprime preoccupazione: «In Italia il balzo è stato di 10 miliardi in un solo anno. E oltre al denaro, è spaventosa anche la quantità di tempo che viene utilizzato per giocare, a discapito di altre attività».
Volgendo lo sguardo al passato è evidente quanto il «gioco telematico» si sia fatto largo nella nostra provincia. Nel 2015 era a quota 231 milioni, che a quei tempi sembravano già tanti. Nel 2018 ha superato i 440 milioni e nel 2022 ha oltrepassato il miliardo di euro. Il «giocato fisico», invece, nell’ultimo decennio si è ridotto: nel 2015 era 1,8 miliardi e nel 2019 1,9 miliardi contro il miliardo e 683 milioni del 2024.
Chi è in cura
Cifre di questo calibro «cozzano» con i numeri delle persone in cura per gioco d’azzardo patologico (Gap).
Nel territorio di Ats Brescia i servizi Serd e Smi lo scorso anno hanno assistito 371 persone (erano 342 nel 2023): 301 sono maschi (81%) e 70 femmine (19%). Il 41% è celibe o nubile, il 33% è coniugato e il 15% è divorziato o separato. Rispetto alla scolarità il 39% possiede la licenza della scuola media inferiore e il 23% è diplomato. Con riferimento alla situazione lavorativa il 56% risulta occupato stabilmente, le persone disoccupate o non occupate stabilmente sono il 20%, mentre gli studenti sono solo due e rappresentano lo 0,5% del totale. A queste 371 persone se ne aggiungono altre 19 assistite in strutture residenziali o semiresidenziali per gioco d’azzardo patologico (erano 28 nel ’23).
Per chiedere aiuto. Per conoscere la rete dei servizi territoriali è possibile consultare il sito regionale www.noslot.regione.lombardia.it in cui si raccomanda di rivolgersi a uno specialista quando il gioco d’azzardo sfocia in un comportamento problematico o in una dipendenza. Ai servizi ambulatoriali gratuiti per la diagnosi e la cura di questa patologia può bussare la persona interessata, ma anche un familiare o un conoscente.
L’impegnativa del medico non serve. Basta fissare un appuntamento per telefono o via mail. In campo ci sono medici, psicologi, educatori professionali, assistenti sociali e infermieri che garantiscono la massima riservatezza. Il messaggio della rete è chiaro: «Vinci solo quando smetti».
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