Ghedi, la piscina comunale verso la riapertura dopo oltre tre anni

Giovedì in sala consiliare, alla presentazione della riapertura della piscina comunale, prevista per il prossimo 20 settembre, c’era un grande cartello con scritto: «Aquamore: il tuffo più atteso». Slogan azzeccatissimo, visto che l’impianto era chiuso dai tempi del Covid, inizio 2022.
Non a caso, oltre a ricostruire il travagliato e complicato iter che ha portato al lieto evento, dopo aver ringraziato l’Ufficio tecnico comunale e il consigliere delegato Luigi Brontesi, il sindaco Federico Casali e l’assessore Martino Pasini hanno espressamente parlato di «momento storico».
La gestione della piscina
Saltiamo il travagliato e complicato iter, del quale abbiamo già riferito in più occasioni, per raccontare le novità anticipate da Massimo Danese, il responsabile della piscina che sarà gestita da Ghedi Sport attraverso Aquamore, che a sua volta fa riferimento a un’azienda di Castiglione.
Dopo aver lodato il connubio tra pubblico e privato, «che ha permesso di risolvere una questione che andava avanti da anni», Danese ha detto che nella piscina si faranno «corsi di nuoto, ma ci sarà spazio anche per pallanuoto e nuoto sincronizzato». Al piano superiore, invece, troveranno posto un’area estetica («Un’azienda locale ci ha chiesto in affitto gli spazi») e un’area per la fisioterapia (info da lunedì prossimo al 338-7136667, oppure alla mail ghedi@aquamore.it)
Gli interventi
Roberto Feroldi (responsabile dell’Ufficio tecnico comunale), Fabiano Faini e Roberto Palumbo (di Progettazione integrata, lo studio che ha seguito la parte tecnica) hanno elencato i lavori fatti in questi anni: dal sistema di filtrazione all’impermeabilizzazione delle vasche, passando per la copertura del tetto, gli arredi, il bar e altro ancora. A questi sono da aggiungere gli interventi a cui sta provvedendo Ghedi Sport: i teli delle vasche, l’impianto di sterilizzazione dell’acqua, la pavimentazione
Il risultato
Il risultato di tanto lavoro è una piscina come nuova. Molto bella, ma anche costosa: 5.5 milioni di euro. Tre arrivano da Comune, Gse e Pnrr; uno e mezzo è stato messo da Aquamore. In gioco c’è anche il milione di euro lasciato in «eredità» da Sport Management, che ha gestito la piscina fino ai giorni del Covid. La società aveva aperto un mutuo: essendo fallita, il conto è passato in capo al Comune, proprietario della struttura.
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