Gargnano, addio allo storico ristoratore stellato Danilo Filippini

Un personaggio, nel vero senso della parola. Istrionico e musicista, ma soprattutto ristoratore con l’ospitalità nel sangue e la capacità di accontentare alla grande chi sedeva al tavolo del suo ristorante, il mitico «La tortuga» di Gargnano, tra i primi in Italia a ricevere la stella Michelin grazie alla guida in cucina della moglie Maria Cozzaglio: Danilo Filippini si è spento nelle scorse ore.
«Era il 1980 quando ci chiamarono per informarci che grazie a Maria, da sempre in cucina, avevamo ricevuto la stella», raccontava di recente l’uomo, ormai non più in forma ma lucido nel ricordare quell’evento che nel Bresciano segnò una tappa importantissima nel campo della ristorazione.
La storia
Danilo se ne è andato a 87 anni. Lo aveva preceduto pochi mesi fa il fratello Gino, supremo velista e grande produttore di vele per barche che hanno vinto nelle più importanti regate a livello internazionale, partendo dalla Centomiglia che si disputa sul Garda con partenza e arrivo a Gargnano.
Ora «La tortuga» è gestita dalla figlia Orietta, anche lei bravissima nel tenere i rapporti con la clientela e a seguire sala e cucina dove lavora ancora mamma Maria. Come ricordava Danilo durante le lunghe chiacchierate in paese, il ristorante nacque nel 1970 sulle ceneri di una vecchia trattoria di paese gestita da nonna Teresa.
Danilo, che aveva fatto esperienza in un ristorante a Ginevra, capì di poter puntare a una svolta a livello regionale. Non a caso i clienti arrivarono sin da subito anche da Verona, Venezia, Bergamo, Mantova, e il locale fu meta anche dei turisti in vacanza sul Garda. In Germania, in Austria e in Olanda si sparse subito la voce che a Gargnano si trovava «un ristorante eccezionale, gestito da un grande, Danilo».
Tradizione familiare
Fu l’inizio di una lunga storia che si tramanda a livello familiare. Dopo 10 anni di lavoro ecco arrivare l’ambita stella Michelin, rinnovata di anno in anno grazie a impegno e affidabilità. Più di 40 anni di stella Michelin, dunque: un traguardo non per tutti. Qui, tra i piatti più elaborati ci sono quelli che nascono grazie all’utilizzo di prodotti della terra gardesana e del lago.
Negli anni Danilo è rimasto in sala. A fine cena suonava al pianoforte. Raccontava di aver suonato anche a Sanremo, ma la sua vocazione era la ristorazione. E sin che il fisico ha retto è stato in sala insieme a Maria e a Orietta e ai collaboratori. A Gargnano lascia un vuoto immenso. I funerali saranno domani – giovedì – alle 15.30 nella chiesa di San Martino a Gargnano.
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