«Forze dell’ordine e cittadini devono lavorare in modo coeso»

Paolo Sartori, questore di Brescia, analizza la situazione e offre una lettura al di là dei numeri rispetto al calo degli episodi criminosi
Il questore Sartori in corso Zanardelli al gazebo della Polizia di Stato - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il questore Sartori in corso Zanardelli al gazebo della Polizia di Stato - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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In prima fila nella lotta al crimine, ma anche deciso «a far capire ai cittadini che le forze di polizia sono sempre pronte mettersi al servizio della collettività». Paolo Sartori, questore di Brescia, quando si parla di sicurezza ha le idee chiare, tra consapevolezza del ruolo delle forze dell’ordine e ambizione che la popolazione sia sempre più coinvolta.

Dottor Sartori, se lei dovesse dare una definizione di sicurezza, che parole userebbe?

«Il concetto è molto complesso e può essere declinato in diversi modi, al di là di numeri e statistiche. Io credo che sia necessario che tutti, forze dell’ordine, cittadini, associazioni compartecipino affinchéil clima sociale sia migliore. Noi attraverso la vigilanza e la presenza capillare, loro segnalando e denunciando atti criminosi o, quantomeno, sospetti».

Ma lei crede che un territorio ipersorvegliato con telecamere e più agenti farebbe sentire la popolazione più protetta?

«Su questo aspetto bisogna fare dei distinguo: oggi la popolazione invecchia e, ad una certa età, è più facile sentirsi in situazioni di pericolo. Attraverso il contatto con la gente dobbiamo far capire quali siano reali minacce e quali invece no».

Ma lei soffre questo clima di rassegnazione, che porta - ad esempio - molte persone a non denunciare reati quali i furti in casa?

«Ovviamente è un atteggiamento che mi fa molto pensare, ma a questo proposito vorrei dire una cosa: i provvedimenti che noi prendiamo non sono pezzi di carta privi di valore. Ad esempio, quando diamo un foglio di via noi vigiliamo che venga rispettato e la persona che lo subisce sa bene che è una punizione grave. Lo dico per far capire che agiamo in modo concreto. Tornando alla questione sfiducia, forse anche noi dovremmo comunicare meglio quello che facciamo».

In un decennio che ha visto il calo dei reati spicca l’aumento delle denunce per stalking e violenza sessuale...

Oggi esiste una nuova consapevolezza su questo fronte e aiutano molto anche le strutture che sono nate per assistere le donne vittima di maltrattamenti e violenza. Ma c’è ancora molta da fare. Non possiamo abbassare la guardia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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