Fanghi tossici Wte, chiesto il processo per 17 persone
Diciassette richieste di rinvio a giudizio. Quattro proscioglimenti. Un abbreviato. Questo il bilancio con il quale si è chiuso l’intervento del pubblico ministero Teodoro Catananti nella interminabile udienza preliminare cui è approdato il fascicolo per i fanghi tossici della Wte.
Dei ventidue imputati per il pubblico ministero a meritare la sentenza di non doversi procedere sono solo Elena Moreni, Cecilia Bandera, Alberto Giustacchini e Luigi Mille. I primi tre sono impiegati e collaboratori dell’azienda con sedi a Calcinato, Calvisano e Quinzano, che trattava fanghi di depurazione e che è finita al centro delle indagini per aver versato circa 150mila tonnellate di rifiuti tossici in diverse regioni del Nord Italia. Il quarto è un funzionario di Regione Lombardia, che era accusato di traffico di influenze illecite, fattispecie di reato che ha cambiato sostanza nelle more delle indagini e dell’udienza preliminare e che per lo stesso pm non può considerarsi consumato.
All’abbreviato è stato ammesso invece Giuseppe Giustacchini, il patron dell’azienda nel mirino degli inquirenti. Dopo aver condizionato la richiesta del rito che assicura un terzo di sconto in caso di condanna all’esame di due consulenti tecnici, l’amministratore della Wte ha cambiato avvocati e strategia e si farà processare allo stato degli atti, senza richiedere alcuna integrazione probatoria. Per lui il processo inizierà il prossimo 16 gennaio.
L’udienza preliminare va avanti per gli altri. Dopo l’intervento del pm e delle parti civili, il gip ha convocato le parti al prossimo 7 ottobre per dare la parola alle difese e al 4 novembre per la decisione.
A chiedere il risarcimento danni alla Wte sono la Provincia di Brescia e Cremona (rappresentate dall’avv. Ennio Buffoli), i Comuni di Lonato, Visano e Calvisano assistiti dagli avvocati Jacopo Barzellotti, Stefano Verzeletti e Oliviero Mazza, oltre alle associazioni dei cittadini di Calcinato e al Comitato referendum acqua pubblica, difesi dagli avvocati Turinelli e Garbarino.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia