Esondazione in Gaver, «Non si capiva nulla: la casa circondata dall’acqua»

La testimonianza di chi ha vissuto momenti di grande spavento tra la notte di domenica e lunedì quando tre affluenti del fiume Caffaro sono esondati allagando parte della piana. Ci sarà da lavorare per settimane
Argini completamente distrutti - © www.giornaledibrescia.it
Argini completamente distrutti - © www.giornaledibrescia.it
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Periodicamente succede e ogni volta lo spavento è tanto e spesso i danni sono ingenti. La fragilità del nostro territorio, soprattutto nelle zone montane, è purtroppo nota e quando eventi atmosferici di particolare intensità si scatenano, purtroppo le conseguenze sono pesanti.

Proprio nel giorno in cui si ricordava il secondo anniversario della disastrosa alluvione di Niardo, gli elementi si sono scatenati di nuovo, in particolare al Gaver e a Ceto.

La «bomba d’acqua» (termine non tecnico, ma che rende bene l’idea) che si è scatenata nella notte fra domenica e lunedì al Gaver, fra la mezzanotte e le 2, quando un paio di canali che scendono dritti dalle pendici del Cornone del Blumone per poi alimentare il torrente Caffaro hanno scatenato il finimondo.

Migliaia di metri cubi di massi e di fango si sono così riversati travolgendo ogni cosa sul loro passaggio. Nessuno si è fatto male, per pura fortuna, ma le persone presenti se la sono vista davvero brutta.

Le aree colpite

Uno dei canali è quello che scorre accanto alla Locanda Gaver, coi detriti e il fango che hanno invaso il piazzale da una parte, la struttura stessa dall’altra, devastando i locali interrati e anche quelli al piano terra, dove ci sono bar e ristorante.

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Piana del Gaver: bomba d'acqua e massi

L’altro è quello conosciuto come Rio della Vasca, che raggiunge la Piana del Gaver fra la centrale idroelettrica Edison e una grande casa recentemente ridipinta con colori mimetici, a ricordo di quando la struttura era abitata da militari. In questo secondo caso i detriti, dopo aver tappato il ponticello che già era stato distrutto lo scorso anno da un’alluvione di proporzioni inferiori e poi ricostruito, ha deviato il suo corso prendendo a scorrere un poco davanti alla casa «mimetica», dove ha scavato profondi solchi, ma soprattutto dietro, dove ha accumulato detriti per un’altezza di quasi due metri, travolgendo e distruggendo un camper, che è rimasto semisepolto dopo aver «viaggiato» per una decina di metri in mezzo ai sassi, e una roulotte con veranda che è stata sospinta a valle per 50 metri almeno. La forza dell’acqua si è scaricata anche più in basso, travolgendo alcune tende e altre autovetture, distruggendo per alcune centinaia di metri anche la strada di accesso. Per fortuna gli occupanti di camper e roulotte, dopo aver trascorso la domenica al fresco, erano tutti tornati a casa. Altrimenti non sarebbero riusciti a salvarsi dalla furia di acqua e detriti.

Più protetti, ma con grande spavento, gli occupanti della grande casa: i due proprietari, anziani coniugi; una famiglia di Botticino composta da una mamma con due figlie piccole, il papà, il nonno e la nonna.

La testimonianza

«Abbiamo sentito aumentare il rombo del torrente fino a quando abbiamo capito che risuonava dalla parte opposta della casa. Fuori c’era buio pesto e non si capiva nulla, solo che la casa era circondata dall’acqua - la testimonianza di chi ha vissuto quei momenti di paura -. Temevamo che nel camper fosse rimasto qualcuno e ci siamo preoccupati molto. I primi da arrivare, rispondendo all’allarme, sono stati due giovanissimi vigili del fuoco: uno di loro è anche caduto rischiando di essere travolto dalla furia dell’acqua. È andata bene, ma non sappiamo come».

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti in forze i vigili del fuoco da Bagolino, Salò, Brescia e Breno, con col Soccorso fluviale e i «Gos» dotati di mezzi movimento terra. Numerosi anche i volontari locali insieme agli esperti della ditta Salvadori Felice con grosso escavatore. Inagibili alcune abitazioni, raggiungibile solo a piedi una malga d’altura.

La mattinata di ieri è servita a ripristinare la viabilità e a spalare fango dai locali, poi i mezzi hanno cominciato a liberare i ponti e a ripristinare il corso dei torrenti. Ci sarà da lavorare per giorni, se non per settimane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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