Droni russi sulla Polonia, perché è intervenuto un aereo militare italiano

L’Italia, in adesione alla Nato, è parte attiva del dispositivo di difesa dei confini degli Stati membri. In particolare, dallo scoppio della guerra in Ucraina, a più riprese l’Aeronautica Militare ha fornito personale e aerei di vario tipo all’attività detta di «air policing», di fatto un dispositivo di sorveglianza e controllo potenziato degli spazi aerei più prossimi al territorio ucraino. Quello da cui si presume possa derivare una potenziale minaccia, individuata ovviamente nei sistemi missilistici, aerei o a conduzione remota (droni) della Russia.
Al pari dell’Italia, altri Paesi membri della Nato forniscono contingenti di tutela dello spazio aereo dei Paesi Baltici, della Polonia e della Romania in particolare. Il coordinamento di tutte le missioni attive è affidato al Comando centrale alleato delle forze aeree Nato, che si trova a Ramstein, in Germania.
L’operazione Baltic Eagle III e gli F-35 di Ghedi

Attualmente, restando all’ambito della difesa aerea, l’Italia è impegnata in una missione in Estonia. Sulla base di Ämari, vicino a Tallin, è dispiegato il contingente dell’operazione denominata «Baltic Eagle III». Ne fa parte la 32nd Tfa (acronimo che sta per Task Air Force), che dispone, al momento, di F-35A provenienti dal 6° Stormo di Ghedi, nella nostra provincia, e dal 32° Stormo di Amendola (Foggia) per le operazioni di pattugliamento e intercettazione aerea, nelle quali gode del supporto di speciali velivoli della tipologia «Airborne Early Warning and Control System – AEW&CS», vale a dire speciali aerei radar deputati a garantire un sistema avanzato (e in volo sulle aree ritenute di interesse) di preallarme e controllo. Proprio l’altroieri, 8 settembre, la base estone e la missione italiana sono state oggetto di una visita della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha aperto il suo intervento odierno sullo stato dell’Unione europea con la condanna dell'aggressione commessa dai droni russi nei cieli polacchi.
Gli aerei-radar italiani
L’Aeronautica militare ha rischierato in Estonia i suoi Gulfstream E550 Caew, versione militarizzata di un jet executive che, attraverso uno dei sistemi integrati di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni più avanzati (di fabbricazione della israeliana IAI-Elta) garantisce un «cappello» di copertura di informazioni sul teatro operativo a chi è chiamato alla pianificazione tattica delle operazioni. Di fatto, dal cielo, è in grado di monitorare un’area in un raggio di quasi 400 km e di fornire in tempo reale immagini, dati e aggiornamenti radar a chi a terra siede nelle «sale dei bottoni».
Proprio uno di questi velivoli (nome in codice Perseo71) è decollato poco prima dell’una di questa notte dall’Estonia alla luce dell’allerta scattata per la presenza di droni - a quel momento ignoti - nei cieli della Polonia, facendo perdere le proprie tracce sui sistemi di tracciamento in prossimità del territorio polacco, come riporta il sito specializzato Itamilradar.
It is probably the most serious incident involving a #NATO country since the beginning of the war in #Ukraine.
— itamilradar (@ItaMilRadar) September 10, 2025
Attention is at the highest level, with an Italian CAEW also involved.#Russia https://t.co/pp9L5Jo8ZM
Di fatto, l’E550 ha spento il trasponder (dispositivi che dialogano con i radar di terra e di altri velivoli fornendo informazioni sull’identità dell’aereo) per garantire la segretezza dell’attività in corso, come avviene nelle missioni «reali». Il jet dell’Aeronautica italiana è «riapparso» alle 7.54, di rientro alla base estone. Per sette ore è stato – assieme ad un velivolo analogo dell’aviazione polacca – gli occhi e le orecchie della Nato.
Non sono invece stati impegnati - a quanto riporta Shape, il Comando supremo Nato in Europa – gli F-35 bresciani: l’intervento di intercettazione di eventuali minacce è stato infatti affidato, oltre che agli F-16 polacchi, agli F-35 olandesi, rischierati proprio in Polonia, assieme ad analoghi caccia norvegesi, sull’aeroporto di Rzeszów, a metà strada fra Cracovia e Leopoli.
https://t.co/JE2WvMlXTD pic.twitter.com/j3ZZJtqNWm
— SHAPE - NATO Allied Command Operations (@SHAPE_NATO) September 10, 2025
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato