Droghe, alla Narcotici anonimi di Gardone «si può ricominciare»
«Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di conoscere la differenza»: la scritta nera domina la riunione dei Narcotici anonimi di Gardone Val Trompia, «L’urlo del silenzio»; il cartellone è appoggiato sul palco dell’auditorium San Filippo, contro il tavolo in legno dei coordinatori sul quale sono adagiati piccoli gettoni colorati che i partecipanti ricevono a testimonianza dei loro traguardi di liberazione dalle sostanze. Davanti è impresso il simbolo NA del gruppo, dietro, a seconda del colore, gli obiettivi conseguiti (una settimana, un mese, un anno, 18 mesi). Il primo, bianco, porta sul retro la scritta «Solo per oggi» perché «prima di poter dire di essere puliti da mesi, o anni, bisogna partire dall’oggi – ci dice uno degli organizzatori –. All’inizio sembra impossibile pensare di liberarsi dalle sostanze per un lasso temporale più lungo del giorno presente».

Le riunioni
Ed è così che prende il via la riunione dei Narcotici Anonimi: un appuntamento che generalmente ha cadenza settimanale ed è aperto solo ai tossicodipendenti, ma che consente la partecipazione della cittadinanza durante occasioni speciali. Questa, ad esempio, celebra il sedicesimo compleanno del gruppo valtrumplino, uno dei sei presenti sul territorio provinciale. «La Valle è una zona dove la piaga della tossicodipendenza è molto diffusa – spiegano –. Ci riuniamo tutti i giovedì dalle 21 alle 22.30, solitamente partecipano otto-dieci persone».
Il metodo seguito dai Narcotici anonimi è lo stesso degli Alcolisti anonimi: una riunione alla settimana, a cui partecipano solo tossicodipendenti, secondo un principio di mutuo-aiuto che porta alla creazione di una comunità di supporto tra simili seguendo i dodici passi e le dodici tradizioni, mutate dagli alcolisti anonimi. La riunione parte con una serie di letture, dove le voci dei diversi partecipanti si alternano: chi è il dipendente, che cosa è il programma, come funziona. All’introduzione segue poi il momento di condivisione delle storie.
Le testimonianze
«Ho conosciuto le sostanze all’età di sedici anni, per curiosità – dice un uomo che chiameremo Mario –. Pensando di trovare la libertà sono finito imprigionato: ho iniziato con la cannabis, ma la mia sostanza di elezione per sedici anni è stata l’eroina. Non vedevo una via d’uscita. NA mi ha mostrato che una vita senza sostanze esiste, un giorno alla volta».
«Ho iniziato alle scuole dell’obbligo: lo facevo per fare parte del gruppo. Dalle droghe leggere sono passato alla cocaina, che mi ha regalato grandi emozioni per poi trascinarmi giù: la dipendenza mi ha portato via tutto a partire dagli affetti più importanti. A NA sono approdato a 35 anni e per la prima volta ho ritrovato la voglia di vivere» racconta Luca.
«Ho scoperto Narcotici anonimi per caso – dice invece Anna –. Sono pulita da quasi un anno. Ho sempre usato sostanze, per più di due decenni. Mi sono resa conto che non ce la facevo da sola, che mi serviva un aiuto: oggi frequento le riunioni assiduamente, sentire le storie degli altri mi aiuta».
I familiari
Parallelamente c’era anche la riunione dell’associazione dei Familiari anonimi. «Solitamente ci riuniamo in contemporanea con loro, ma in un’altra stanza – spiega Bruna, madre di un tossicodipendente –. Qua vengono genitori, mariti, mogli, figli, amici. Avere alle spalle qualcuno che aveva già vissuto quello che stavo passando io è stato fondamentale per prendere alcune decisioni durissime come chiudere mio figlio fuori di casa, estrometterlo dal patrimonio, dire “no” quando erano necessari».
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