Devianza giovanile, tra rapine e furti la mappa della Polizia locale

In Commissione Sicurezza presentato il report realizzato con l’Università degli Studi di Brescia
La maggior parte dei giovani è di seconda generazione
La maggior parte dei giovani è di seconda generazione
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«Sono giovani, molti dei quali figli di immigrati nordafricani nati in Italia, che provengono dalle periferie urbane e sociali. E vengono nel centro della città per rivendicare la propria presenza, la propria esistenza attraverso anche comportamenti devianti poi immancabilmente pubblicati sui social».

Il profilo tracciato dal professore di Criminologia, Carlo Alberto Romano, è quello dei ragazzi – i cosiddetti maranza – finiti al centro del report sul disagio giovanile realizzato dall’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con la Polizia locale. Studio che è stato esposto ieri nella Commissione consiliare Sicurezza dallo stesso criminologo e dal commissario capo della Locale Elisa Daeder.

Identikit dei gruppi

«Si tratta di gruppi non strutturati (fluidi) composti da una decina di persone, mutevoli nel tempo e che idealmente vanno dai gruppi dove prevale la socialità, a gruppi con espressioni devianti in cerca di spazi e visibilità a piccoli gruppi (massimo di quattro persone) che arrivano a commettere anche reati, tra cui furti, rapine e aggressioni».

Ma guai a chiamarle baby gang, «come spesso vengono rappresentate a livello mediatico: si tratta di reati comuni, spesso commessi in concorso, ma queste realtà non hanno una struttura associativa», hanno spiegato i relatori ai consiglieri comunali che fanno parte della Commissione e ai colleghi che hanno voluto partecipare all’esposizione dello studio, condotto con precisi criteri scientifici.

I dati

Il report analizza i dati resi disponibili grazie all’attività del Comando di Polizia locale di Brescia che si è sviluppata tra gennaio 2023 e marzo 2024. La maggior parte dei 252 interventi erano di fatto gruppi di ragazzi che avevano dato fastidio – in particolare, per l’uso di skateboard – rendendosi protagonisti di episodi danneggiamento e di atti contrari al decoro. Ma più in generale si trattava di semplici aggregazioni giovanili che avevano evidentemente destato preoccupazioni nella comunità. Emerge come non sia rara la non rispondenza di quanto segnalato – dunque percepito –  rispetto all’effettivo verificarsi di eventi critici.

Infatti soltanto in 35 interventi gli agenti hanno proceduto all’identificazione di 140 ragazzi: 50% maggiorenni, 45% minorenni (per i restanti non è stato possibile stabilirlo); l’84% maschi e solo il 16% femmine.

Un altro dato molto interessante riguarda i luoghi in cui sono intervenuti gli agenti della Locale: il 62% dei controlli è stato fatto nel centro (in modo particolare piazza Vittoria, piazza Mercato e piazza Bruno Boni). Si scende al 49% per quanto concerne i reati, ma il centro di Brescia resta il teatro preferito di questi ragazzi.

I reati

Con il 25% spiccano i furti, seguono con il 16% le rapine, il reato che più di tutti spaventa le vittime, quasi sempre coetanei degli autori. E, sempre per riprendere le parole del professore, un dato che emerge in maniera evidente è che i minori indagati sono in maggior parte appartenenti alle seconde generazioni, in modo particolare cittadini tunisini (17%), marocchini (14%) ed egiziani (11%).

Un dato evidenziato «per consentire una migliore comprensione del fenomeno e per stimolare una riflessione di carattere multiprospettico, in merito alle possibili strategie di intervento». Per quanto riguarda la fascia di chi ha commesso un reato emerge che il 47% sono maggiorenni, il 21% 17enni (stessa percentuale per i 16enni) e l’11% 15enni.

I due relatori e l’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti hanno evidenziato come «il fenomeno non debba essere assolutamente sottovalutato, ma il quadro che emerge suggerisce una situazione meno allarmante di quella percepita».

Serve sicuramente che tutti gli attori, da quello giudiziario a quello sociale, facciano squadra, per trovare una soluzione al fenomeno della devianza giovanile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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