Cronaca

Delitto Donegani, la Scientifica dei carabinieri: «Il risultato fu netto»

A vent’anni dal duplice omicidio, la ricostruzione di Gianpaolo Lonardi, luogotenente Sis Brescia
Il luogotenente della Sis, Gianpaolo Lonardi, nella villetta di via Ugolini © www.giornaledibrescia.it
Il luogotenente della Sis, Gianpaolo Lonardi, nella villetta di via Ugolini © www.giornaledibrescia.it
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«Era la prima volta che lo usavamo. C’era stato un risultato così netto che sulle prime abbiamo pensato ad un falso positivo. E invece, quando sono stati trovati i corpi, abbiamo capito che in quel garage era davvero successo qualcosa di terribile che avevamo solo potuto immaginare». Gianpaolo Lonardi, Luogotenente della Sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Brescia nel 2005, insieme ai colleghi, stava prendendo confidenza con le tecnologie che sono poi diventate la quotidianità degli accertamenti scientifici durante un’indagine e oggi, a 20 anni dal duplice omicidio di Aldo Donegani e Luisa De Leo, non ha neppure bisogno di consultare l’archivio per ricordare passo dopo passo il suo lavoro.

Quando siete intervenuti la prima volta in via Ugolini?

«Era stato notificato un decreto di perquisizione. Dovevamo controllare l’appartamento alla ricerca di ogni tipo di traccia. Era il 5 agosto 2005, non si avevano notizie dei due coniugi da alcuni giorni e il nostro compito era quello di trovare tracce, anche biologiche, per capire cosa potesse essere successo, usando anche il Crime Scope. La casa era perfettamente in ordine. C’erano le valige e i documenti e abbiamo subito escluso che fossero partiti. Ci hanno poi chiesto di verificare la casa del nipote: anche quella era perfettamente in ordine, solo nella sua camera c’erano molti libri in giro. Abbiamo finito alle 21 e mancava solo il garage».

Il garage della villetta dei Donegani e, a destra, la reazione del luminol - Dalla mostra «Delitti bresciani» per i vent'anni della Sis
Il garage della villetta dei Donegani e, a destra, la reazione del luminol - Dalla mostra «Delitti bresciani» per i vent'anni della Sis

Come avete trovato quella che è poi stata la prova regina?

«Volevamo ispezionare il garage ma dopo pochi minuti la torcia che avevamo si è scaricata. Non avendo più luce abbiamo pensato di usare il buio e di provare quindi la nuova attrezzatura che avevamo in dotazione. Il Lumiol è un liquido che reagisce alle macchie di sangue anche lavato. Abbiamo preparato tutto, Gatti era lì con noi e chi chiedeva spiegazioni tecniche, ci ha anche aiutato accendendo e spegnendo la lampadina. Quando abbiamo avuto il risultato era come un cielo stellato. Le opzioni erano due: li dentro era successo qualcosa di terribile ed era tutto sangue, oppure abbiamo sbagliato qualcosa noi».

Nelle vostre foto anche l’altra traccia decisiva, gli scontrini.

«Quando non si sa cosa cercare la tecnica è quella di non dare nulla per scontato e di fotografare, segnalare ed evidenziare tutto. Gli scontrini c’erano dalla prima volta che siamo entrati, poi sono diventati importanti. Lo stesso è stato per le cesoie e il taglierino. Il Ris ha poi trovato le tracce di sangue». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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