Scena del delitto: è (quasi) impossibile far sparire il sangue

Il test per la rilevazione delle tracce ematiche latenti a Brescia diventa famoso nell’estate del 2005 quando tutta la provincia si domanda dove siano finiti Aldo Donegani e Luisa De Leo e a sospettare che il nipote del piano di sopra Guglielmo Gatti, abbia avuto un ruolo nella scomparsa.
Le tute bianche, lavorando nel garage, hanno trovato le tracce del massacro e per farlo hanno usato un sistema che proprio in quegli anni si stava diffondendo tra le tecniche scientifiche forensi.
Come funziona
Si tratta del luminol, un composto chimico utilizzato per rilevare il sangue. Le proprietà di questa sostanza bioluminescente emersero quasi un secolo fa, nel 1928, grazie al chimico tedesco H.O. Albrecht, che fu il primo ad accostare il sangue (o meglio, l'ematina in esso contenuta) al «luminolo», innescando la specifica reazione chimica.
E non poteva che avere un ruolo da protagonista anche all’interno di Delitti Bresciani la mostra che celebra i 25 anni della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Brescia. Il Luminol consente anche di individuare tracce di sangue lavato o rimosso.
Usando la proprietà chimica della luminescenza, esso emette luce reagendo con il perossido di idrogeno. Il ferro presente nell'emoglobina del sangue agisce da catalizzatore nella luminescenza. Il colore del Luminol che reagisce è blu e dura circa 30 secondi e necessita, per essere rilevato, della quasi oscurità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.