Delitti bresciani, inaugurata la mostra dei Carabinieri in Santa Giulia

Daniela Zorat
Gli spazi del museo ospitano fino a domenica 8 giugno l’allestimento per ricordare i 25 anni della Sis, la Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma
  • Inaugurata al Santa Giulia la mostra Delitti Bresciani
    Inaugurata al Santa Giulia la mostra Delitti Bresciani - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Seguendo un percorso segnato da nastri bianchi e rossi, con la scritta Carabinieri, e da nastri gialli, americani, con la scritta «Do not cross», non oltrepassare, gli spazi del Museo di Santa Giulia ospitano fino a domenica 8 giugno, la mostra allestita per ricordare i 25 anni della Sis, la Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma, come iniziativa collaterale alla celebrazione per i 211 anni di fondazione dei carabinieri.

Una mostra non solo fotografica, ma anche narrativa, che racconta di undici casi, di undici «Delitti bresciani», curata da Paolo Bertoli, giornalista delle nostre testate, insieme agli studenti dell’Accademia Santa Giulia, e nata da un’idea del colonnello Francesco Tocci, a capo del Reparto Operativo che guida la Scientifica e che si occupa direttamente delle indagini.

Nell’auditorium del Museo, questa mattina, l’inaugurazione con un folto pubblico di autorità e di studenti, e il comandante provinciale Vittorio Fragalà come «padrone di casa» seppur negli spazi di Fondazione Brescia Musei.

I delitti bresciani

Ecco allora il delitto di via Ugolini, l’omicidio di Marilia (camuffato da suicidio), passando per altre storie come il «Delitto del Trolley Blu», che così si ricorda perché il cadavere di un uomo fu nascosto all’interno di una valigia fino all’assassinio di Carol Maltesi.

Tutti affrontati con una narrazione efficace, ma anche delicata su grandi pannelli che riportano fotografie delle scende del crimine e dei reperti che spiegano le tecniche investigative e come gli investigatori – mantenendo la necessaria segretezza delle indagini, ma al tempo stesso il dovere di trasparenza nei confronti dei cittadini» ha spiegato Tocci – sono riusciti a risolvere i casi e ad assicurare alla giustizia i responsabili.

La mostra per i 25 anni della Scientifica

Una Giustizia che – come dichiarato dal procuratore capo Prete – «viene spesso messa in discussione da trasmissioni televisive che incidono sull’indice di credibilità dei magistrati, in cui si continua a dire che gli investigatori non hanno saputo fare le indagini o che queste sono state fatte male».

Critiche «immotivate, ma che fanno da molla per porre dei rimedi; in oltre vent’anni i risultati non sono mancati. Anzi negli ultimi dieci anni – ha proseguito il Procuratore –, fatico a ricordare casi irrisolti. La risposta degli inquirenti è stata affidabile e credibile, e la mancanza di casi irrisolti a Brescia dà la misura dei progressi fatti e sconfessa chi dice che non siamo professionisti all’altezza».

Il comandante Fragalà ha tenuto a ricordare che dietro ogni caso oltre alle vittime ci sono le loro famiglie e pure quelle degli autori dei delitti e «nei carabinieri che si occupano di questi casi, ho trovato grande umanità verso le une e gli altri». Il vertice dell’Arma bresciana ha voluto poi ringraziare la Fondazione Brescia Musei, che ospita la mostra, l’Editoriale Bresciana che ha fornito il materiale i professionisti che hanno curato l’esposizione e l’Accademia Santa Giulia i cui studenti hanno elaborato i pannelli.

«Il nostro compito di informare – ha aggiunto la direttrice del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini – va oltre il dare le notizie, è dare forma alla memoria collettiva. La cultura della legalità passa anche da una narrazione puntuale, veritiera e rispettosa dei fatti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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