L’Arma festeggia in piazza Loggia: «Azione sinergica contro il degrado»
Ottantatre nuovi carabinieri e 17 marescialli per oltre 53mila servizi di pattuglia sul territorio e per rispondere a 65mila richieste di pronto intervento: un impegno che ha portato 1000 arresti in flagranza e quasi 9mila persone identificate e denunciate. Questo è parte del quadro delle attività di controllo e contrasto all’illegalità a Brescia da parte dei carabinieri emerso questa sera. A presentare i dati il colonnello Vittorio Fragalà in occasione del 211esimo della fondazione dell’Arma dei Carabinieri che si è svolta in piazza Loggia. La ricorrenza annuale non è stata solo un momento di celebrazione ma anche di riflessione per capire a qual è il quadro attuale sulla sicurezza della Provincia di Brescia.
Le tematiche
«Quest’anno ricorrono i 25 anni dall’istituzione delle Sezione Investigazioni Scientifiche provinciali dell’Arma – ha dichiarato Fragalà –. Accanto ai risultati poco fa menzionati, desiderio quindi sottolineare l’attività quotidiana, silenziosa e spesso invisibile, di tutte le persone che lavorano per garantire sicurezza alla cittadinanza. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il loro sostegno concreto». Parlando di futuro, Fragalà ha ricordato le questioni più urgenti: «Ci attendono sfide complesse e in continuo mutamento. Tra queste, sicuramente l’uso sempre più diffuso di sostanze stupefacenti. L’obiettivo – spiega il colonnello – è naturalmente contrastare queste attività, tuttavia è bene ricordarsi che il focus è sul consumo».
Non sono mancati poi i riferimenti ai giovani e al disagio interiore che vivono: «Stiamo assistendo a una crescente sofferenza da parte dei ragazzi che si manifesta spesso in delinquenza, soprattutto tra le seconde generazioni». Motivo per cui, ricorda il colonnello «è fondamentale intervenire nelle scuole, insegnando la cittadinanza attiva, ascoltando le loro voci e rendendoli protagonisti di un percorso di crescita. Soprattutto – continua – è necessario che tale intervento sia coordinato, insieme a tutte le altre istituzioni. Occorre fare squadra, unire le competenze per trovare soluzioni condivise e sostenibili. Solo così si potranno contrastare le derive delinquenziali ed evitare casi di esclusione sociale».
Un disagio giovanile che è spesso frutto di situazioni familiari conflittuali: «L’aumento della violenza all’interno della sfera familiare è un altro campanello di allarme su cui è bene riflettere. In questi contesti, infatti, è sempre più frequente l’uso di armi bianche. Per questo il nostro impegno investigativo deve restare sempre alto», ha chiuso il colonnello accompagnato da una lunga standing ovation.
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