Milleproroghe, per l’Acb «il personale resta un problema serio»

«Tutto ciò che facilita le assunzioni è molto positivo viene accolto con favore, ma il problema è strutturale e si deve risolvere a monte». Così Cristina Tedaldi, presidente dell’Associazione Comuni Bresciani (ACB), legge la proroga di bandire concorsi senza l’obbligo preliminare di avviare la mobilità volontaria per la Pubblica amministrazione. Perché gli enti locali, anche bresciani, si trovano già oggi ad affrontare queste emergenze di organico e dunque di funzionalità della stessa macchina amministrativa.
Più autonomia
«È diventato difficile riuscire a reperire personale perché i concorsi vanno deserti, inoltre non ci sono stati turnover», continua Tedaldi. «Da tempo ci battiamo perché i Comuni abbiano più autonomia, un problema che riguarda sia i paesi sia i Municipi più grandi», aggiunge Eugenio Fossati, membro del consiglio di Presidenza di Acb. «Oggi il settore più in crisi è quello tecnico – spiega Tedaldi –: trovare geometri, ingegneri e architetti disponibili a lavorare in quegli uffici comunali è molto difficile. Questi professionisti non vedono più la Pubblica amministrazione come un tempo, perché a fronte di grandi responsabilità gli stipendi sono inadeguati. Occorre una riflessione anche e soprattutto in questo senso».
Concorrenza con i privati
A farle eco è Fossati: «Diventare dipendente pubblico non è più così appetibile. Lo Stato dovrà affrontare questa emergenza perché gli enti locali vanno sempre più in concorrenza con i privati che invece hanno molta più autonomia, duttilità, premialità e competitività contrattuale». Insomma, la facilitazione delle assunzioni prevista dal Milleproroghe è vista come un palliativo, ma i problemi restano. Alla luce del sole.
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