Nel data center di A2A: l’energia termica scalda le case dei bresciani
Per molti è già il futuro, considerando la repentina crescita delle infrastrutture per creare applicazioni, servizi e per far funzionare l’Intelligenza artificiale. E ora i data center – hub dati di diverse potenza e dimensioni – potrebbero restituire alla collettività una parte del proprio consumo in una forma diversa.
Recupero
A farsi capofila assoluto di questa visione è A2A, che a Brescia ha lanciato la seconda esperienza assoluta in Italia di recupero di energia termica da data center, la prima applicazione capace di immettere calore direttamente nella rete cittadina del teleriscaldamento.
Il primo centro dati bresciano, installato nella centrale Lamarmora, è stato progettato dalla società francese Qarnot e utilizza un avanzato sistema di raffreddamento a liquido per controllare temperature elevate, fino a 65 gradi, dei circa trenta server presenti all’interno. Già il prossimo inverno il prototipo riuscirà a riscaldare qualche centinaio di appartamenti bresciani, ma la multiutility sta lavorando ad un secondo data center di dimensioni ben più grandi che a regime consentirà di soddisfare il fabbisogno termico di oltre 1.350 appartamenti in città. Non più soltanto dalle acciaierie e dai fumi, insomma: Brescia comincerà presto a recuperare energia termica anche da questi hub digitali.
L’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini parla di «straordinaria opportunità, stiamo investendo molto per recuperare il calore di scarto. In Lombardia, con i progetti in pipeline, si stima che potrebbero essere riscaldati 150mila appartamenti, semplicemente catturando quel calore residuo. Non si tratta solo di un vantaggio tecnologico, ma di un asset per la decarbonizzazione urbana: con il teleriscaldamento 4.0, le reti diventano sistemi intelligenti, capaci di integrare ogni cascame termico e accelerare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica Brescia si conferma un modello, non solo nazionale».
Prospettive
Ma lo stesso Mazzoncini non esclude che nei prossimi anni A2A possa cominciare a gestire gli «involucri» dei data center di altre aziende per arricchire la rete di recupero dell’energia di scarto. «Ancora una volta Brescia si conferma città-laboratorio - aggiunge la sindaca Laura Castelletti -. Nella città che cinquant’anni fa è stata la prima in Italia a dotarsi di un’infrastruttura di teleriscaldamento oggi viene fatto un nuovo passo grazie ad una tecnologia che affina le strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico e segna un passo avanti verso la decarbonizzazione della città». Con l’apertura del secondo e più grande data center entro il 2027, infatti, si stima di evitare l’emissione in atmosfera di 3.500 tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti alla capacità di assorbimento di oltre 22mila alberi.
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