Il Csm: «Spanò potrà occuparsi ancora della Strage»

Il plenum del Csm ha disposto l’archiviazione della pratica di incompatibilità tra il giudice Roberto Spanò e la moglie pm Roberta Panico, che da 17 anni lavorano all’interno dello stesso Palazzo di Giustizia a Brescia. L’archiviazione è arrivata dopo che Spanò ha deciso di trasferirsi dal settore penale a quello civile «non per una scelta professionale – ha spiegato – ma al solo e unico scopo di scongiurare il trasferimento ad altra sede della dott.ssa Panico che per questione di anzianità professionale sarebbe dovuta andare via lei da Brescia».
Durante la discussione al plenum, per il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli: «Marito e moglie sono stati 17 anni nello stesso tribunale e per sette anni su 17 il marito ha fatto il presidente di sezione e la moglie la pm e non va bene. La magistratura dovrebbe spontaneamente rimuovere queste situazioni e non bisognerebbe attendere l’intervento del Consiglio superiore della magistratura».
Il Csm ha affrontato anche il tema dei processi penali «prossimi alla conclusione» ai quali – come indicato dalla Prima Commissione – potrà essere applicato Spanò che sta affrontando tre processi per femminicidio tra cui il caso Sana Cheema uccisa in Pakistan dai familiari per aver detto no al matrimonio combinato. E poi è presidente della Corte d’Assise nel processo sulla strage di piazza Loggia a carico di Roberto Zorzi uno dei presunti esecutori materiali. Il tribunale di Brescia ha già fatto sapere che «il processo andrà avanti» anche se lo stesso Spanò dovrà eventualmente accettare di essere applicato.
I processi
Accolta la posizione del consigliere Roberto Fontana «per togliere dalla delibera di archiviazione la frase dei processi prossimi alla decisione per affidare al presidente del tribunale di Brescia il compito di valutare quali sono i processi che potrà ancora seguire Spanò considerando l’importanza del processo sulla strage di Brescia». Senza questo intervento sarebbe stato difficile ritenere prossimo alla conclusione il processo strage visto che sono stati ascoltati 22 testimoni su 139.

Rigettata la richiesta del relatore Marco Bisogni, che avrebbe voluto «la cancellazione all’interno del provvedimento di archiviazione di una nota in merito ad un passaggio chiarito da Spanò durante l’istruttoria e che restituisce alla delibera la corretta impostazione». Una nota che Spanò ritiene «irrispettosa» e che allo stesso Csm aveva chiesto di cancellare, ma invece resterà.
Archiviazione prolissa
«È una delibera che rappresenta un unicum: l’archiviazione prolissa ed esorbitante, dove – con anomala meticolosità – si dà conto delle sole criticità contestate e nulla si dice delle risultanze istruttorie di segno assai diverso». Così il consigliere del Csm Andrea Mirenda interviene sull’archiviazione della pratica di incompatibilità del caso Spanò-Panico. Mirenda contesta la mancata cancellazione di una nota contenuta nel provvedimento «che avrebbe riportato serenità negli uffici di Brescia».
«È Evidente l’assoluta torsione logica della delibera adottata: si gettano ombre pesantissime sulla compatibilità ambientale di un magistrato specchiato e, all’un tempo, gli si dice che deve proseguire a trattare in quella stessa sede uno dei processi più delicati della storia repubblicana».
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