Cronaca

Così cambierà il 118: mezzi dislocati per coprire tutto il Bresciano

La maggior parte delle chiamate al 112 viene dirottata sul soccorso sanitario: l’Aat 118 di Brescia registra una crescita delle missioni
Un'eliambulanza in azione  - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un'eliambulanza in azione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il soccorso sanitario rappresenta la grande maggioranza delle chiamate che il Nue 112 inoltra alle centrali specialistiche dell’emergenza e l’anno che si apre tra poco potrebbe essere caratterizzato da importanti cambiamenti per l’Aat 118 Brescia.

Crescono le missioni

L’anno che si sta chiudendo infatti segna una leggera crescita delle missioni, nel complesso a fine anno dovrebbero essere circa 105mila, considerando tutti i mezzi di cui Areu dispone nella nostra provincia, con un aumento più marcato di quelle dell’elisoccorso, che si attesteranno a 1.200, con particolare riferimento a quelle in cui sono state necessarie le «manovre speciali» cioè interventi in hovering (con l’elicottero che non tocca completamente terra) oppure usando il verricello (calando gli operatori dall’alto con un cavo di acciaio restando in volo e poi recuperando con lo stesso sistema il personale sanitario e il ferito).

Un momento di un soccorso in aria con l’operatore che manovra il verricello per calare un tecnico
Un momento di un soccorso in aria con l’operatore che manovra il verricello per calare un tecnico

La dislocazione dei mezzi

«Nel corso dell’anno dovremo rivedere la dislocazione di tutti i mezzi sul territorio della provincia, – spiega il direttore dell’Aat di Brescia Marco Botteri –. Esamineremo nel dettaglio il numero di missioni che ciascuno ha svolto e verso quali destinazioni, per capire se sia necessario individuare punti di stazionamento diversi per coprire meglio il territorio. Una volta stabilito dove localizzare automedica e ambulanze verranno rifatte le gare di appalto».

Piccoli aggiustamenti vengono già fatti ogni anno e alcuni diventano strutturali. «È il caso del secondo mezzo a Ponte di Legno nei fine settimana di particolare pieno sulle piste oppure dei mezzi speciali (idroambulanza e motosoccorso) che vengono attivati sul Garda nei mesi estivi».

Un passaggio formale che apre anche il tema del personale, in un panorama sanitario in cui si parla apertamente di fuga di medici e infermieri dai pronto soccorso. «Il nostro caso è in controtendenza: chi lavora con noi resta a lungo. Il rapporto con il paziente è meno frustrante e risolvere certe situazioni direttamente è molto gratificante. Anche le aggressioni sono decisamente poche». Brescia continua a rappresentare un’isola felice: «Noi siamo a pieno organico e anzi quando altre province sono in carenza mandiamo medici o infermieri a fare turni dove ci sono carenze» spiega Botteri.

Volontariato

Nessun problema quindi a Brescia per medici e infermieri ma la situazione è complessa per le associazioni di volontariato. «Sappiamo che c’è difficoltà di reclutamento, in tutti gli ambiti e anche nel soccorso, però a Brescia ci sono realtà solide che hanno sempre rispettato gli impegni presi. Molte associazioni utilizzano già dei dipendenti, inquadrati come autisti-soccorritori sul modello dei dipendenti di Areu che sono in servizio sui mezzi dell’Azienda. In questa ottica il rinnovo delle convenzioni potrà permettere anche di stabilizzare o assumere del personale».

A proposito di soccorritori volontari si parla da tempo di una rimodulazione della formazione obbligatoria per le certificazioni: «Sappiamo che se ne sta parlando su diversi tavoli ma non sono temi che ci coinvolgono direttamente – conclude il dottor Botteri – le associazioni hanno sempre dato un contributo fondamentale al soccorso e sono sicuro che continueranno a fare tutto il possibile per farlo al meglio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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