Consiglio comunale a Brescia: moschea, tram e lavoro povero

Al centro del Consiglio comunale convocato per questa mattina alle 9 dal presidente Roberto Rossini c’è la delibera – con l’assessora all’Urbanistica Michela Tiboni come relatrice – che riguarda la nuova moschea dell'associazione Al-Ummah. In commissione Urbanistica è stata accolta la richiesta di cambio di destinazione d’uso di un immobile in via Camozzi 55: oggi toccherà all’Aula della Loggia dare il proprio parere.
Sul tram
Il Consiglio comunale si è aperto come di consueto con le interrogazioni. Il centrodestra ha chiesto immediatamente delucidazioni sull’affidamento per la realizzazione del tram a Manelli impresa Spa, capofila di un raggruppamento di imprese formato da Hitachi rail e Alstom. «L’azienda capofila delle imprese che ha il compito di realizzare il tram sta vivendo a Genova e Palermo problematiche importanti – spiega il consigliere della Lega Fabio Rolfi –. L’ Amministrazione Salis ha deciso di rescindere il contratto. I cantieri sono fermi, i dipendenti scioperano da mesi perché non vengono retribuiti e i sindacati sono sul piede di guerra. La situazione è abbastanza critica. La scelta del comune di Genova è una scelta molto impegnativa. Ci sono garanzie per far sì che tutto questo non accada anche a Brescia?».
A rispondere è stato il vicesindaco Federico Manzoni: «Anche noi guardiamo con attenzione a quello che accadde attorno a noi. La gara d’appalto ha rispettato tutti i crismi ed è stata aggiudicata in base alla miglior offerta tecnica. I partner tecnici sono tra i migliori in Europa. Tutto è stato svolto secondo le regole». Una risposta che non ha soddisfatto Rolfi: «Non ho dubbi che sia stato fatto tutto a regola d’arte, ma questi problemi non sono recenti. A Genova i cantieri sono fermi da anni e forse si poteva fare qualche controllo in più».
Il caso-libri
Un altro tema che ha tenuto banco nelle ultime settimane è stato l’acquisto da parte della Loggia di 50 copie del libro «Il canone della longevità. Aver cura dell’età avanzata», scritto dal dottor Renzo Rozzini, direttore della Geriatria della Poliambulanza e marito della sindaca Laura Castelletti. Il libro è edito da Morcelliana, casa editrice presieduta da Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei.
«Anche se non c’è stata nessuna irregolarità, a fronte di quali esigenze si è reso necessario l’acquisto di questi libri? La sindaca ne era al corrente?», ha chiesto la consigliera di Fratelli d’Italia Mariachiara Fornasari. «Io non vedo alcuna incompatibilità – ha risposto l’assessore al Welfare Marco Fenaroli –. Il lavoro l’ho fatto io e non ho chiesto nessun parere preventivo. Penso che non si debba fare ostracismo ai parenti. Il dottor Rozzini è una persona competente e riconosciuta a livello nazionale: abbiamo bisogno di utilizzare le competenze che ci sono in città».
Fornasari ha però ribattuto sottolineando che «non c’è stata trasparenza, lo testimonia il fatto che in tre pagine di determinazione non appare mai il nome dell’autore del libro. Se non c’è niente da nascondere perché non l’avete messo?». La consigliera ha poi aggiunto: «Non contesto il fatto che la sindaca non fosse a conoscenza dell’acquisto, ma allora è evidente che non sappia cosa succede nella sua Giunta. È mancata qualsiasi traccia di sobrietà amministrativa. Dovete rispettare i cittadini, anche quelli che non avete votato. Scusatevi con i cittadini bresciani».
Sulla moschea
Come ci si aspettava la delibera sulla nuova moschea dell’associazione Al-Ummah ha aperto a una discussione politica e non urbanistica. L’Aula ha votato a favore (contrario tutto il centrodestra) del cambio di destinazione d’uso di un’immobile in via Camozzi 55, che ospiterà così il centro islamico. La vecchia sede – in via Benedetto Croce – sarà riservata ad attività educative islamiche per l’infanzia.
«Ci sono degli articoli stampa del 2019 che parlano di finanziamenti al terrorismo islamico e nei guai sono finite anche associazioni del Bresciano – sottolinea il leghista Michele Maggi –: vorrei che il Comune approfondisse questa tematica. E poi la scuola coranica. Ci impegniamo tutti i giorni per cercare di coinvolgere bambini e integrarli il più possibile e poi ci troviamo una delibera che va nel senso opposto. Nessuno critica la volontà di mantenere la cultura di base, ma siamo in Italia, a Brescia, e dobbiamo promuovere l’integrazione».
Tra i banchi della maggioranza a prendere la parola è stato allora il consigliere Pd Andrea Curcio. «La nostra repubblica è una repubblica laica e come tale riconosce a ogni singolo cittadino di poter professare o non professare la religione che vuole – precisa –. Dev’essere chiaro a tutti questo concetto base. La scuola coranica è il corrispondente del catechismo per i cattolici e non una fucina di terroristi. Non c’è nulla su cui discutere».
Nella discussione è intervenuta anche la sindaca Laura Castelletti: «I dati ci dimostrano che il governo Meloni è più immigrazionista di quelli del passato. Se vogliamo una regia dei luoghi di culto in Italia, il ministero dell’Interno deve muoversi e non aggirare gli ostacoli. Deve dare risposte».
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