Cultura

«Morcelliana, un secolo di cultura al servizio di dialogo e umanesimo»

La presidente Francesca Bazoli parla della casa editrice nata nel 1925 per iniziativa di un gruppo di giovani: «Il mondo di oggi ha bisogno della voce dei cattolici»
Minelli, Capretti e Montini con padre Manziana
Minelli, Capretti e Montini con padre Manziana
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L’editrice Morcelliana compie cento anni. Nata nel 1925 dall’iniziativa di un gruppo di giovani cattolici in un momento di crisi spirituale e politica, festeggia l’anniversario in un momento in cui questa crisi sembra riaffacciarsi. Ne parliamo con la presidente, Francesca Bazoli.

Presidente, si possono paragonare i due momenti?

Se penso all’Italia nel ’25, a cosa si viveva e a cosa si stava preparando, ringrazio di vivere oggi in Italia, in Europa, comunque in un contesto di democrazia matura, nonostante tutti i problemi che comporta. E ringrazio coloro che, come i fondatori di Morcelliana, hanno vissuto il ventennio tra il ’25 e il ’45 nel segno di quello che scrisse Teresio Olivelli nella Preghiera del Ribelle: “rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa”. Severa, nel senso dell’impegno vero, serio. I fondatori vedevano quello che stava accadendo, c’era stato l’omicidio Matteotti, c’era in atto in Italia un’ondata di violenza. Nel 1936 Mario Bendiscioli pubblica “Germania religiosa del Terzo Reich” e poi “Neopaganesimo razzista” denunciando la strumentalizzazione della religione a fini politici. È impressionante leggere quelle pagine alla luce di quello che sta succedendo oggi negli Stati Uniti. Noi abbiamo pubblicato due anni fa in anteprima mondiale, il Diario di Navalny, testimonianza limpidissima di una resistenza alla dominazione totalitarista della Russia di oggi, in nome di valori spirituali. In questi testi si legge il filo conduttore dei cento anni della casa editrice, la testimonianza dell’elaborazione di un pensiero che sostiene l’azione politica.

La presidente di Morcelliana Francesca Bazoli - Foto New Reporter Comincini  © www.giornaledibrescia.it
La presidente di Morcelliana Francesca Bazoli - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

La Morcelliana è nata come editrice cattolica. Cosa significa oggi questo impegno?

Morcelliana è sempre stata la voce dell’apertura del cattolicesimo al confronto con la contemporaneità. Che all’inizio si chiamava Modernismo, poi Concilio vaticano II, poi secolarizzazione, ora si chiama post-secolarizzazione. Con la convinzione profonda che il cattolico abbia ancora una parola da dire in questo mondo, oggi questo dialogo diventa ancora più sfidante, ora che la post-secolarizzazione significa disinteresse di larga parte della cultura contemporanea per la matrice religiosa del pensiero. Oggi la sfida è l’intelligenza artificiale, l’interconnessione, e quindi la disponibilità immediata dell’informazione, che svuota dal di dentro l’istanza trascendente della religione, si fa appiattimento del senso spirituale. La sfida è tenere aperta la dimensione spirituale della vita, che appartiene al cattolicesimo come alle altre religioni.

In questo scenario, che valore hanno i grandi maestri? Sono ancora ascoltati, e soprattutto, ci sono ancora?

La Morcelliana ha incontrato personalità che ne hanno guidato anche la scelta editoriale. Cito Romano Guardini, di cui stiamo editando da anni le opere complete; poi Paolo VI, Kierkegaard di cui Morcelliana pubblicò in prima edizione italiana il Diario. Sono autori ancora attuali per leggere la contemporaneità, per chiedersi cos’è lo specifico umano che ci distingue oggi dall’intelligenza artificiale. Poi abbiamo i nostri autori, che ripubblichiamo costantemente: Jacques Maritain, Paul Ricoeur… E tra i contemporanei Andrea Riccardi, con cui collaboriamo tantissimo, poi Fulvio De Giorgi, Giovanni Filoramo, Giacomo Canobbio e Bruno Forte per la teologia, Paolo De Benedetti che ha aperto il confronto con l’ebraistica… Alcuni li ritroveremo nel convegno.

E nel mondo, chi sono oggi i grandi maestri?

Li vedo nella Chiesa, nei tre papi degli ultimi tempi. Ratzinger è stato un grande pensatore, e pure Bergoglio, a cui qualcuno fatica a riconoscere una dimensione teologica profonda, è stato capace di tradurre questa profondità in un linguaggio estremamente semplice. Grande pensatore è anche il nostro papa attuale. Tre personalità che hanno arricchito la Chiesa anche in virtù della loro diversità.

Tra tante sfide, quali sono i temi su cui state puntando? Qauali progetti avete in campo?

Uno dei temi fondamentali è quello educativo, quindi tutto il filone della pedagogia con una riflessione anche sull’intelligenza artificiale. Che certamente dà un aiuto enorme all’elaborazione dell’informazione, ma che rischia di far accantonare la competenza, quindi la formazione. Poi il confronto con la geopolitica, con la collana Orso Blu di Scholé. Abbiamo pubblicato di recente i due libri sul cattolicesimo negli Stati Uniti, di Massimo Faggioli, uno strumento fondamentale per capire anche dal punto di vista culturale cosa sta succedendo oggi oltreoceano, come pure i recenti volumi di Simone Bellezza dedicati all’Ucraina. Il tutto sempre declinato secondo l’attenzione all’umanesimo: il grande tema animatore della storia della Morcelliana, che resta tema cruciale anche adesso, è il confronto col contemporaneo in chiave umanistica. Da qui anche l’attenzione all’arte, all’estetica, espressione - come insegnavano Giovanni Battista Montini e Jacques Maritain - della spiritualità dell’uomo contemporaneo, del sacro in senso ampio.

Nel novembre 1926 Palazzo San Paolo, sede della Morcelliana e del quotidiano Il Cittadino, la cui eredità fu poi assunta dal Giornale di Brescia, venne assaltato e bruciato dai fascisti. All’epoca ci voleva coraggio per intraprendere un’impresa di questo genere. Che coraggio ci vuole oggi per portare avanti il progetto?

È un coraggio completamente diverso, nel senso che all’epoca era una testimonianza, in qualche caso eroica se pensiamo a padre Giulio Bevilacqua, ad Andrea Trebeschi. Oggi più che di coraggio parlerei di sfida, quella di tenere viva questa testimonianza portando i nostri libri in libreria, al grande pubblico. In questo voglio ricordare e ringraziare tutti coloro che lavorano in Morcelliana, per la motivazione e l’impegno condiviso nella missione culturale di tenere in vita una voce cattolica che ha così ampie radici e anche così grande impegno per il futuro. Dal direttore editoriale Ilario Bertoletti, a Enrico Minelli, nipote di uno dei fondatori, presidente del comitato scientifico e prezioso azionista dell’editrice.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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