Tram, la T2 a Manelli Spa: ma a Genova e Palermo cantieri in ritardo

La sindaca Salis ha rescisso il contratto, in Sicilia lavoratori in agitazione per gli stipendi non versati
Come si presenterà il futuro tram - © www.giornaledibrescia.it
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Il cantiere, per Brescia, è quello di punta: la prima linea del tram, un’infrastruttura sulla quale i riflettori della città saranno puntati da qui ai prossimi anni. E a vincere la commessa per realizzarla è stata la Manelli impresa Spa, capofila di un raggruppamento di imprese formato da Hitachi rail e Alstom: in ballo c’è l’appalto della T2, che vale 326 milioni di euro, come annunciato da Brescia Mobilità, la società pubblica controllata dal Comune, che ha definito il progetto «strategico» per il futuro della mobilità urbana.

Eppure, nello stesso momento in cui a Brescia si festeggia la partenza del cantiere, a Palermo si sciopera (si parla di stipendi non pagati e di licenziamenti) e a Genova si rescinde il contratto (a causa - si legge - di ritardi gravi e cantieri fermi al 10%). In entrambi i casi, il minimo comune denominatore è la Manelli costruzioni. La sceneggiatura raccontata dalle cronache locali è questa: appalti aperti, lavori rallentati, operai in presidio e amministrazioni costrette a revisionare i piani originari.

Licenziamenti

Settembre, Palermo. I cantieri della rete fognaria di Cruillas, della stazione Lazio del passante ferroviario e del collettore emissario Palermo Sud est sono in forte ritardo o fermi del tutto. Tutti e tre sono in mano a Manelli.

In ballo - stando al racconto riportato dai quotidiani locali - ci sono 120 lavoratori, molti dei quali non hanno ricevuto lo stipendio di agosto, altri sono stati messi in ferie forzate o lasciati a casa a contratto scaduto. Le sigle sindacali Fillea, Filca e Feneal parlano apertamente di «inadempienze contrattuali» e denunciano una situazione diventata insostenibile: «Ritardi, licenziamenti, mancati rinnovi, stipendi non versati. La Manelli ha disatteso gli impegni». Dopo uno sciopero e un presidio in Prefettura, è stato organizzato un sit-in davanti all’Ispettorato del lavoro. Nessuna risposta, per ora, da parte dell’azienda.

A Genova avanzamento del 10%

A Genova, il Comune è passato alle vie di fatto. La Giunta guidata da Silvia Salis ha annunciato la rescissione dei contratti con Manelli per due tratti chiave della metropolitana: Brignole-Martinez e Brin-Canepari. La spiegazione l’ha affidata ai numeri: solo il 10% di avanzamento lavori per il primo tratto, 50% per il secondo, con cantieri aperti da oltre due anni. L’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Ferrante, è stato netto: «Paghiamo in base all’avanzamento. Il contratto prevedeva almeno 50 lavoratori al giorno: nei momenti migliori ce n’erano al massimo 25». La sindaca è stata tranchant: «Otto anni senza un solo metro di metropolitana nuova. Prima di nuovi rendering, servono cantieri che funzionano». Stando alle cronache, a nulla sono serviti gli aggiustamenti contrattuali, le varianti approvate, i fondi garantiti. Il Comune valuterà ora se affidare i lavori alla seconda classificata o bandire un nuovo appalto, con inevitabili allungamenti nei tempi.

A Brescia

Nel frattempo, a Brescia la stessa azienda riceve l’incarico più importante degli ultimi anni. La linea T2 collegherà Pendolina e Fiera, due estremi della città, su un tracciato di 11,3 km con 21 fermate. Il 72% del percorso sarà su sede dedicata, con alimentazione mista: linea aerea per 8,2 km e batterie per 3,1 km. Manelli curerà le opere civili e infrastrutturali (valore lavori: 161 milioni), Hitachi Rail fornirà 18 tram e sistemi tecnologici (77 milioni), Alstom coprirà la parte di segnalamento. I tram, prodotti a Reggio Calabria e l’avvio lavori è previsto nel 2026.

Sia chiaro: l’iter bresciano è tutto regolare. Ma non si può ignorare quello che in gergo si chiama reputational risk: Manelli lavora con soldi pubblici e, nel caso della T2, con fondi Pnrr. Soldi che il Comune - tramite la sua controllata Brescia Mobilità - affida a un’azienda già sotto pressione su più fronti. Questo potrebbe porre un problema politico, ancor prima che tecnico. Che la ditta abbia vinto l’appalto è un dato concreto. Ma lo è anche il fatto che - proprio in questo momento - stia incontrando difficoltà operative, contenziosi, rescissioni in altri cantieri. E questo può sollevare qualche domanda e fare largo al dubbio che ciò che sta avvenendo a Palermo e Genova possa replicarsi anche a Brescia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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