Comunità Montana della Valtrompia, si cambia rotta: decisioni partecipate

La Comunità montana valtrumpliuna prova a lasciarsi alle spalle le logiche politiche del passato. Lo ha annunciato il presidente, Massimo Ottelli, aprendo l’assemblea dedicata, tra gli altri punti all’ordine del giorno, anche alla presentazione del Documento unico di programmazione e del Bilancio di previsione 2026-2028: l’obiettivo è superare la prassi che ha sempre assegnato la guida delle società in house – in primis Sevat, oltre a Civitas – a figure di stretta espressione della maggioranza.
«L’intenzione è coinvolgere anche componenti di minoranza ai vertici dei cda, costruendo un ente davvero condiviso» ha spiegato Ottelli.
L’intesa
Un messaggio politico forte, che si inserisce in un percorso già avviato: «Nei progetti e nella ripartizione delle risorse già ora non facciamo differenze – ha sottolineato il presidente –. Interveniamo dove c’è bisogno, indipendentemente dal colore dei sindaci». Le delegazioni dei due gruppi politici stanno lavorando a un’intesa più ampia, che mira a definire la Comunità montana come una Casa dei Comuni, superando contrapposizioni e logiche di parte.
Sul piano amministrativo Ottelli ha ribadito la scelta – ormai tradizionale – di presentare Dup e bilancio in assemblea prima della messa ai voti finale prevista per metà dicembre. La nota di aggiornamento del Dup recepisce le linee programmatiche del mandato e incorpora gli elementi dello studio idrogeologico affidato ai tecnici per tutti i 18 Comuni, oltre ai lavori in corso su mobilità, infrastrutture e piano sovracomunale dei servizi.
I numeri
Quanto al bilancio i numeri mostrano un ente solido, ma chiamato a prepararsi a un cambio di stagione. La parte corrente ammonta a 10,45 milioni nel 2026, 10,45 nel 2027 e 10,39 nel 2028. La parte investimenti parte da 3,93 milioni nel 2026, destinati ad aumentare durante l’anno grazie ai bandi intercettati dall’ente e dalle società partecipate. Nel 2027 scende a 2,70 milioni, per poi assestarsi a 2,44 milioni nel 2028. Il 2026 sarà il penultimo anno del contributo straordinario post-Covid (circa 400 mila euro annui): «Una volta terminato sarà necessario ripensare la struttura del bilancio» ha annunciato il direttore generale dell’ente comprensoriale, Armando Sciatti. Restano invece stabili i contributi ordinari.
«Gli spazi di manovra sulla parte corrente sono limitati – ha aggiunto Sciatti – , perché gran parte delle somme è un’entrata-uscita destinata ai Servizi sociali gestiti come capofila».
L’assemblea proseguirà nelle prossime settimane con gli approfondimenti nelle commissioni e gli eventuali emendamenti dei Comuni. Ottelli si dice fiducioso: «Se lo sforzo sarà comune, potremo davvero consolidare un modello amministrativo unitario e condiviso».
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