In 15 Comuni bresciani partirà un progetto pilota di «car pooling»

I Comuni dell’hinterland si prendono per mano e fanno quadrato attorno al capoluogo per proteggere sé stessi e la città dall’inquinamento atmosferico.
Un patto scritto, che è stato suggellato nei giorni scorsi con la firma di un protocollo d’intesa della validità di quattro anni da parte della Loggia e delle Amministrazioni comunali di Bovezzo, Nave, Borgosatollo, Botticino, Castel Mella, Castenedolo, Collebeato, Cellatica, Flero, Concesio, Gussago, Rezzato, Roncadelle e San Zeno.
Nel documento, oltre all’obiettivo comune di avviare un lavoro congiunto sulle attività di mobility management, spunta la proposta di dare vita a un progetto pilota sperimentale di car pooling, incentivando così la condivisione di automobili private nell’ottica di diminuire il traffico.
Già dal 2013 è attiva una Consulta territoriale dell’Hinterland bresciano, chiamata Giunta dei Sindaci, per la discussione di temi di interesse comune e di ambito sovracomunale. Tra questi «la mobilità rappresenta uno dei punti cardine sui quali lavorare di comune intesa - si legge nel protocollo -, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone anche a fronte delle mutate esigenze di spostamento e tipologia di mezzi utilizzati».
Sostenibilità
La mobilità sostenibile assume un ruolo centrale, soprattutto nell’ambito degli spostamenti sistematici casa-lavoro e casa-scuola. In particolare uno degli obiettivi del protocollo mira a promuovere iniziative affinché i dipendenti degli enti locali e delle aziende di ciascuno dei territori coinvolti sfruttino il più possibile metodi alternativi alla classica macchina.
Questo non solamente attraverso l’incentivo a sfruttare maggiormente i mezzi pubblici, bensì anche abbracciando il modello del car sharing: se due o più persone scelgono di condividere la macchina per andare e tornare dal posto di lavoro, il traffico e l’aria ne risentiranno positivamente. Da qui la proposta, accennata nel protocollo, di proporre un progetto pilota di car pooling coordinato dalla Loggia e per lo sviluppo del quale ciascuno dei Comuni firmatari dovrebbe mettere a bilancio 1.000 euro.
Mobility manager
Un altro punto riguarda l’introduzione della figura del mobility manager in ogni ente locale. «Il capoluogo costituisce il principale hub generatore e attrattore di traffico dell’intero territorio provinciale - si legge nel protocollo - e i Comuni della prima corona rappresentano un tassello fondamentale della domanda di mobilità sistematica che gravita sulla città, pesando per oltre il 20% della domanda complessiva, pari a più di 65.000 auto in ingresso giornaliero in città».
Lavorare facendo fronte comune, insomma, potrebbe concorrere a modificare questi dati, insieme alla qualità dell’aria e della vita degli abitanti di Brescia e dell’hinterland.
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