Città del Vino di Adro: l’addio al progetto accende lo scontro

Daniele Piacentini
Bocciata l’iniziativa che era stata lanciata dalla precedente amministrazione leghista. Il sindaco Moretti: «Scelta sbagliata e senza benefici per i cittadini»
La Città del Vino di Adro non si farà - © www.giornaledibrescia.it
La Città del Vino di Adro non si farà - © www.giornaledibrescia.it
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Lo stop definitivo alla Città del Vino di Adro, maxiprogetto voluto dall’ex Amministrazione leghista con un investimento complessivo da 15 milioni di euro, non poteva passare inosservato. La decisione del sindaco attuale, Davide Moretti, attraverso l’accordo con gli ex proprietari (poi espropriati) dei terreni di via Cattaneo, anticipa la chiusura «della procedura legale in corso – spiegava Moretti – che avrebbe potuto provocare il dissesto finanziario comunale per una scelta tecnica e politica decisamente sbagliata, senza alcun beneficio concreto per i cittadini».

La reazione della Lega

Chi quel progetto lo ha portato avanti, come la sezione locale del Carroccio, però non ci sta e annuncia un gazebo sabato, al mercato comunale.

«Distribuiremo un volantino – spiega l’ex sindaco, Paolo Rosa – che metteremo comunque in tutte le cassette della posta del paese», con almeno un poker di punti di scontro con l’Amministrazione: «il prezzo degli espropri – si legge nel testo del Carroccio – è frutto di una perizia e non di una scelta arbitraria. Alcuni proprietari dello stesso lotto, infatti, hanno firmato l’accordo bonario. Il progetto, inoltre, non era fantasioso, ma un’opera strategica per valorizzare Adro, cuore della Franciacorta. Le risorse? Sarebbero state prelevate da bandi regionali ed europei, come fatto in 20 anni di Amministrazione, durante i quali il bilancio non è mai stato esposto a rischi. La sentenza della procedura legale, comunque, ancora non c’è. Possiamo solo dire che chi è causa del suo mal…».

Legambiente

Sulla vicenda si fa sentire anche Legambiente Franciacorta, da sempre «contraria – spiega Silvio Parzanini – alla Città del Vino: un investimento inutile, costoso e con uno sconsiderato consumo di suolo. Bene sia stato fermato». Per Parzanini, però, è necessario «guardare oltre e pensare al futuro di questa terra, che non può essere declinata al cemento, ma nemmeno alla monocoltura del vino. Sosteniamo la proposta di un Distretto biologico della Franciacorta e chiediamo a tutti i sindaci di ridare slancio al Ptra», il piano territoriale regionale d’area, approvato nel 2017 ma che ancora fatica a ingranare in un territorio ricco al tempo stesso di eccellenze e fragilità.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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