Bollicine della Franciacorta: il vino tra miti, leggende e realtà

In soli 15 anni si è registrato più del 130% di bottiglie vendute all’export, a testimonianza di quanto sia apprezzato a livello internazionale
Una terra da vivere gustando buon vino, e non solo - © www.giornaledibrescia.it
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Tra le leggende che ruotano intorno ai vini della Franciacorta ce n’è una poco diffusa tramandata tra gli agricoltori: secondo un antico patto, se il Lago d’Iseo avesse dato tanto pesce e la terra tanta uva, gli abitanti della zona avrebbero offerto devozione agli dèi. Il patto, però, non venne rispettato e le divinità inviarono una creatura mostruosa che iniziò a nutrirsi delle primogenite della zona. I capi villaggio chiamarono druidi e maghi per spezzare il maleficio, senza alcun successo. Furono i frati benedettini a offrire l’uva dei loro vitigni al mostro che, incredibilmente, si addolcì. Da quel momento, quelle viti vennero piantate in tutta la zona.

Vendemmia - © www.giornaledibrescia.it
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Nascerebbe così il prezioso oro oggi apprezzato in tutto il mondo col nome omonimo di quella lingua di terra bresciana. Al di là della leggenda, nella storia il ruolo del clero nello sviluppo dei vigneti franciacortini è stato fondamentale. Perché se è vero che è dall’epoca romana che la viticoltura prese avvio senza mai fermarsi, sono i grandi enti monastici che qui avevano grandi possedimenti a fare una grande opera di dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio.

Il Franciacorta

Tra i più attivi c’era il monastero femminile di San Salvatore (in seguito intitolato a Santa Giulia di Brescia), fondato dal re Longobardo Desiderio e da sua moglie Ansa nel 753. Si deve anche e soprattutto ai monaci l’eredità raccolta oggi. Basti pensare che in soli 15 anni si è registrato più del 130% di bottiglie vendute all’export, a testimonianza di quanto il Franciacorta sia ormai apprezzato a livello internazionale e quanto questo vino abbia riscosso il favore dei wine lovers di tutto il mondo.

Confrontando i dati del 2011 e del 2024 si passa, infatti, da un milione di bottiglie inviate fuori dai confini nazionali a 2,3 milioni, con le esportazioni che, con un trend in decisa crescita, coprono ormai il 12% delle vendite complessive, pari a 19,1 milioni di bottiglie, con risultati decisivi sul mercato svizzero (22,1% sul totale), statunitense (12,6%), giapponese e tedesco.

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