CronacaGarda

Ciclovia del Garda, illustrate al Senato le ragioni del «no» al progetto

Simone Bottura
Secondo il Coordinamento interregionale per la tutela del Benaco il costo complessivo è salito a 1,2 miliardi di euro
L'incontro al Senato - © www.giornaledibrescia.it
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L’anello ciclabile gardesano - inserito nel circuito delle ciclovie nazionali ma al centro di tante polemiche per l’impatto ambientale, i costi e la pericolosità dovuta al rischio frane - è stato al centro di un conferenza che ha avuto luogo oggi a Palazzo Madama su iniziativa della senatrice veronese Aurora Floridia (Europa Verde).

«È utile riflettere - ha detto Floridia – su questo progetto, visti i costi, l’impatto paesaggistico e la pericolosità. Serve una rimodulazione del progetto ciclovia».

Per Paolo Ciresa, rappresentare il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, la ciclovia, così come progettata, presenta troppi fattori di insostenibilità. Il primo è tipologico: «Non è pensata per il ciclista e non favorirà la mobilità ciclabile per gli spostamenti casa-lavoro». Gli altri riguardano la sicurezza, visto che dovrebbe passare sotto falesie ad alto rischio idrogeologico, e l’insostenibilità economica: «Nel 2017 – dice Ciresa – si preventivava un costo di 344 milioni di euro, oggi, stando ai dati reali dei tratti in approvazione, arriviamo a 1,2 miliardi, senza contare i costi di gestione e manutenzione». L’alternativa, prevista dalla norme tecniche sulle ciclovie turistiche, è la via d’acqua.

Significativo l’intervento dell’ing. Paolo Pileri, professore di pianificazione territoriale e ambientale del Politecnico di Milano, ex componente del tavolo tecnico ministeriale per le 11 ciclabili nazionali: «Di tutti gli 11 progetti, l’unico che non ho firmato è quello della ciclovia del Garda, perchè dal punto di vista del rischio e del paesaggio è un disastro. Non s’ha da fare. Quando ci scapperà il morto per frana cosa diremo?».

I senatori

«Siamo qui a chiedere che ci si fermi e si provi a rivedere questo progetto – le parole del senatore del Pd Alfredo Bazoli -. Sappiamo che ci sono alternative, come l’intermodalità con la via d’acqua».

A fargli eco è la collega Barbara Guidolin (M5S): «Un’alternativa coraggiosa sarebbe togliere le macchine da un lago di Garda sul quale ogni anno arrivano 24 milioni di turisti e creano problemi che aspettano risposte. La risposta non è una ciclabile che non toglie le auto dalla strada. È una cura palliativa».

Le conclusioni le ha tratte la senatrice Mariastella Gelmini (Azione), presidente della Comunità del Garda: «In Trentino il progetto e la sua realizzazione sono in fase avanzata, ma in ambito lombardo e veneto c’è la consapevolezza che quest’opera non sta in piedi. La Ciclovia del Garda non costituisce la priorità degli interventi di cui il territorio gardesano ha estremo bisogno, come la riqualificazione del sistema di depurazione e collettamento o la viabilità. Fermiamoci e facciamo una valutazione complessiva».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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