Causa Civile-A2A, l’ospedale già cerca nuovi operatori

Che l’ospedale Civile si stia muovendo per cercare operatori alternativi ad A2A è già un dato di fatto. Lo conferma la manifestazione di interesse avviata il 30 dicembre e finalizzata (appunto) «alla ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di partenariato pubblico-privato». Per fare cosa? L’avviso pubblico è cristallino: per la gestione, in tutto o in parte, dei servizi energetici (tradotto: riscaldamento, raffrescamento, vapore e acqua calda sanitaria) «presso il presidio ospedaliero Spedali Civili di Brescia». Operatori a cui affidare anche la realizzazione, la conduzione e la manutenzione dei relativi impianti.
Si valutano diverse soluzioni
All’interno del documento l’Asst specifica che, finora, la gestione di questi servizi è stata effettuata attraverso impianti e reti di teleriscaldamento e raffrescamento. E che, «alla luce del rapido sviluppo tecnologico, si rende necessario valutare il ricorso a eventuali differenti soluzioni tecnologiche e impiantistiche ritenute maggiormente convenienti, efficienti ed efficaci oltre che sostenibili sul piano ambientale».
Ad autorizzare il procedimento è stata la direzione generale Welfare della Regione (con la nota 92814 del 13 dicembre 2024), che ha messo in moto la macchina amministrativa per una consultazione del mercato. E specificando, all’interno dell’avviso, che «il modus procedendi che caratterizza lo strumento del partenariato pubblico-privato è improntata alla logica della collaborazione ed al principio della fiducia, in funzione del perseguimento del pubblico interesse» e che la proposta sarà poi da sottoporre a gara ad evidenza pubblica, durante la quale sarà infine utilizzato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo.
Partenariato pubblico-privato
Il ricorso al partenariato pubblico-privato – si legge – consente di realizzare gli impianti «con le migliori e nuove tecnologie disponibili ricorrendo al know how e alle competenze di operatori economici che operano sul mercato», ma anche di assicurare continuità dell’erogazione dell’energia e manodopera. Ma soprattutto di «ricondurre a un unico centro di responsabilità tutte le attività a valle della realizzazione degli impianti, compresi gli oneri per la gestione dei rifiuti prodotti».
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