«Carico di missili» a Montichiari: volo annullato, revocato lo sciopero
Tra bandiere della pace, della Palestina e striscioni, la richiesta è stata quella di fermare ogni guerra. Un centinaio di persone si è ritrovato questa mattina fuori dall’aeroporto di Montichiari per «protestare contro il trasporto di missili verso il Medio Oriente». Il presidio, organizzato dalla sigla sindacale Usb, è solo l’ultimo di una serie di proteste che nei mesi si sono susseguite «per condannate questo fatto».
«Pericolo per i lavoratori»
Secondo Luca Pistoia dell’esecutivo dell’Usb lombardia «non è infatti possibile che i lavoratori dell’aeroporto siano costretti a trasportare materiale di questo genere, pericoloso per loro e per chi nel polo gravita tutti i giorni. Oltre a ciò i missili che passano da Montichiari vanno ad alimentare conflitti in tutto il mondo, in special modo in Medio Oriente». Al presidio hanno partecipato anche diverse altre realtà associative della provincia, ma anche dal resto della regione.
Annullato il volo
Presente anche la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pollini, ferma nel «condannare il trasporto di missili attraverso un aeroporto civile. Anche a livello nazionale abbiamo chiesto ad alta voce di fermare ogni guerra ma la risposta politica, sia di Regione sia del governo, è sempre stata quella di voltarsi dall’altra parte». Nel frattempo il volo al centro della protesta è stato annullato e lo sciopero indetto dall’Usb revocato. Non così però il presidio.
Interrogazione
E dalla Bassa bresciana la «vicenda missili» approda a Roma, direttamente nell’aula di palazzo Madama. Il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni ha infatti annunciato che presto verrà presentata un’interrogazione al governo per avere delucidazioni in merito al transito di materiale bellico dallo scalo provinciale.
«Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell’aeroporto Gabriele d’Annunzio di Montichiari che oggi hanno organizzato un presidio per protestare contro il passaggio di armi e missili - le parole del senatore lombardo di Avs -. Non è accettabile l’utilizzo di un aeroporto civile per l’invio di armamenti e materiale bellico dall’Italia verso zone di conflitto. E i lavoratori dello scalo civile non hanno e non devono avere tra i loro compiti lo spostamento di missili, sistemi d’arma e bombe. Senza considerare i rischi per gli stessi operatori dell’hub nonché per le popolazioni civili che vivono nelle zone limitrofe. Da mesi - ha aggiunto -, le organizzazioni sindacali locali, Usb in testa, denunciano l’utilizzo di Montichiari per il transito di materiale bellico».
Quella portata avanti da Magni e dall’Alleanza Verdi e Sinistra è però una battaglia che si protrae da tempo: «Ieri al Senato abbiamo chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di non usare le infrastrutture italiane a sostegno delle guerre in corso, perché per noi di Avs l’Italia non deve e non dovrà mai essere complice di chi bombarda».
Domande e prese di posizione che come detto presto si trasformeranno in un atto formale che verrà discusso nell’aula del Senato. «Presenteremo un’interrogazione al governo per sapere se corrisponde al vero che l’aeroporto di Montichiari venga usato per il transito di materiale bellico - ha confermato lo stesso senatore -, quanti voli con armamenti sono transitati per l’Italia, quanti da Montichiari e se questo traffico ha coinvolto altri aeroporti civili italiani. Basta armi, basta guerra. Sì alla pace».
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