Canton Mombello, si rinnova la protesta per un carcere più dignitoso

Dignità. È una parola che riempie la bocca. La usiamo spesso, fregiandoci di un qualche tipo di valore morale che vogliamo difendere, a tutti i costi. Un principio etico che vogliamo sentire nostro, per stare meglio con noi stessi e con chi ci circonda.
In carcere la dignità acquisisce un significato diverso: più profondo, ma anche più semplice. Lo dimostrano le parole dei detenuti, soprattutto quelle di chi sta dentro Canton Mombello, dove il tasso di riempimento ha raggiunto il 211% e dove difendere i valori morali e i principi etici assomiglia sempre più a una battaglia impossibile da vincere.
Al Nerio Fischione la dignità è minata dalle condizioni di vita. Pessime, a volte oltre l’immaginabile. A Canton Mombello da anni i detenuti non chiedono di evitare la pena, ma di scontarla, appunto, «con dignità e con la possibilità di tornare non solo liberi ma migliori».
L’iniziativa
Ieri la garante dei detenuti Luisa Ravagnani ha incontrato in carcere alcuni di loro e ha raccolto l’ennesima richiesta d’aiuto. «Noi detenuti del Nerio Fischione abbiamo scelto di intraprendere la strada del dialogo con le Istituzioni piuttosto che quella delle iniziative di protesta interne agli istituti», si legge nella lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
«Lo facciamo - prosegue il messaggio - perché crediamo che il senso di responsabilità e la sincera volontà di utilizzare il tempo della pena in maniera positiva debbano essere elementi, oltre che proclamati, visibili anche attraverso gesti coerenti con le nostre parole».

I detenuti fanno riferimento ad un’iniziativa nata nel settembre del 2022: la «Mir - Manifestiamo insieme responsabilmente». Ormai due anni fa i carcerati di Canton Mombello iniziavano a promuovere il dialogo e la collaborazione, anziché scioperi, battiture e proteste più o meno aggressive. «Essere irresponsabili è qualcosa che vorremmo evitare», precisavano nel settembre del 2022, specificando: «Abbiamo deciso di sperimentare una forma di manifestazione alternativa del nostro disagio, una manifestazione consistente nel rifiuto consapevole dei mezzi che tradizionalmente i detenuti sono costretti ad usare per far parlare di loro».
Nel testo di due anni fa si parlava di sovraffollamento e di mancanza di prospettive. Condizioni di vita che «sono andate sempre più deteriorandosi, fino a raggiungere oggi la situazione che è evidente a tutti, caratterizzata da un intollerabile numero di suicidi».
In Carcere non è facile condividere strategie e azioni che permettano di raggiungere obiettivi comuni. Non tutti i detenuti, infatti, vogliono percorrere la strada scelta, ma il gruppo che al Nerio Fischione si impegna per promuovere il dialogo costruttivo crede fortemente nel valore della richiesta pacifica. «Abbiamo bisogno di ascolto, di risposte, di incontrarvi e, seduti allo stesso tavolo, di confrontarci. Lo potete fare? Qualcuno se la sente di parlare con noi e aiutarci a trovare soluzioni?».
Dialogare
La voglia di usare le parole acquista ancora più significato all’interno di Canton Mombello, il carcere più affollato d’Italia, quello in cui ci sono anche 15 detenuti per cella e d’estate il caldo diventa davvero insopportabile.
«Noi continuiamo a denunciare – spiega Luisa Ravagnani –: da due anni i detenuti si impegnano, ma purtroppo non hanno ottenuto un grande successo dialogico. Tornano nuovamente a chiedere se c’è in programma qualche azione utile a migliorare le condizioni di vita: vogliono solo dimostrare di essere responsabili e interlocutori validi».
In questo contesto ancora più importante è la collaborazione. «Una buona parte cerca di spiegare agli altri detenuti perché è importante agire così - prosegue Ravagnani -: non è facile scontrarsi con chi vorrebbe utilizzare il pugno duro. Reagire pacificamente quando si soffre non è scontato. Speriamo che qualcuno ci risponda, perché non so quanto possano durare i dialoghi che in realtà sono monologhi».
A Roma
In Senato sono stati presentati gli emendamenti sul Dl Carceri e alla Camera il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha aperto alla figura di un commissario straordinario per la costruzione di nuove strutture.

«Valutiamo con favore gli emendamenti di Forza Italia al decreto carceri che riguardano la semilibertà e la messa alla prova. Bene le misure che tentano di affrontare il problema del sovraffollamento. Quando si propongono norme che puntano al rispetto dei diritti umani siamo sempre favorevoli», commenta il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia del Senato, Alfredo Bazoli.
«È giusto che una persona sconti la pena se condannato, ma sempre rispettando la dignità umana – spiega il senatore di Forza Italia Adriano Paroli –. Noi non siamo per il "liberi tutti", allo stesso tempo ci sono situazioni in cui la pena può essere gestita in modo diverso. Sul tema carceri si deve intervenire in maniera radicale».
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