Protesta a Canton Mombello, la lettera: «Nessun detenuto lo sapeva»
«La totalità della popolazione detenuta è ignara della decantata protesta». Le persone detenute a Canton Mombello prendono distanza con fermezza dall’annuncio di una protesta (la «battitura») in programma già questo giovedì e poi nel giorno di Ferragosto.
«Nessun detenuto ne era assolutamente a conoscenza», assicurano nella lettera inviata alla redazione del Giornale di Brescia tramite la Garante dei diritti dei detenuti di Brescia, Luisa Ravagnani.
Non solo, ma dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato in un recente discorso delle condizioni proibitive in cui si vive nel carcere bresciano, i detenuti hanno promosso una raccolta firme interna, una sorta di referendum, per decidere come portare avanti le loro richieste: o con la protesta o con il dialogo. Trecentoventi detenuti hanno optato per il dialogo.
Nella lettera inviata al GdB si ribadisce che i detenuti «non intenderebbero in alcun modo partecipare» alla protesta in programma in alcune carceri italiane. «Ora però, grazie a questa informazione, ciò potrebbe realmente accadere – dicono –. Perché le persone con problematiche psichiatriche e qualche giovane facilmente influenzabile (persone che qui sono molte) possono essere negativamente fomentate». Non si esclude quindi che qualcosa a questo punto accada, anche se è ritenuto «altamente improbabile». «Quello che è certo, e teniamo a ribadirlo – concludono –, è che nessuna organizzazione di protesta era o è ad oggi in atto, poiché all’interno di questo istituto di pena si stanno pensando unicamente strategie volte al dialogo».
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