In Broletto riparte la discussione sulla discarica Castella

Tar, Corte costituzionale, legge regionale. Tutti elementi che ruotano attorno alla discarica Castella. L’impianto di smaltimento di rifiuti con una capacità di 905.000 metri cubi che Castella srl vorrebbe far sorgere a Rezzato, al confine con il quartiere cittadino di Buffalora e con Castenedolo.
Facciamo un breve riepilogo. La Provincia di Brescia aveva autorizzato la costruzione il 10 aprile del 2024, poi il Comune di Brescia e quello di Rezzatto hanno presentato un ricorso al Tar sollevando questioni di legittimità costituzionale legate alla legge regionale che attribuisce alle province competenze in materia di autorizzazioni ambientali. Il Tribunale amministrativo regionale ha quindi rimandato alla Corte costituzionale la decisione finale sulla realizzazione della discarica.
Tra i banchi
Ieri, durante il Consiglio provinciale, Fabio Capra del Pd è tornato sulla questione presentando un’interrogazione. «Vogliamo metterci in testa di rispettare l’articolo 9 della Costituzione che tutela l’ambiente?», è stata l’introduzione del consigliere. Alla quale è seguita anche una risposta, sempre per stessa voce: «Sono convinto che in tutte le forze politiche sia alto il livello di attenzione per questi temi, ma dobbiamo iniziare a declinarli in modo tale da non commettere più errori». E questa è – in minima parte – la visione politica.

Ma ci sono anche gli aspetti tecnici. In questo caso parecchio rilevanti. In attesa che la Corte costituzionale si pronunci, Capra ha pungolato il presidente provinciale Emanuele Moraschini con alcune richieste. Il Consigliere dem ha precisato che il Broletto detiene il 9,76% delle azioni di Garda Uno, che a sua volte controlla il 50% di Castella srl (l’altra metà è di Rmb spa). «Il presidente intende uscire da questo imbarazzante intreccio societario e alienare il pacchetto azionario e cosa intende fare la Provincia di fronte all’ordinanza del Tar?», ha chiesto Capra.
«Dopo una consultazione con l’ufficio legale posso dire che staremo in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale e poi agiremo di conseguenza – ha spiegato Moraschini –. La società è stata inserita tra le partecipazioni che devono essere alienate: c’è un’interlocuzione con la società per riuscire a gestire al meglio il processo perché stiamo parlando di un valore patrimoniale abbastanza importante per la Provincia di Brescia».
Perdite
Il consigliere Capra ha poi messo in evidenza il risultato di esercizio della Castella srl. Si va dai meno 5mila euro del 2020 ai meno 48mila del 2024, per un totale di circa 180 mila euro di perdita in cinque anni.
Infine, le preoccupazioni. «Se la Corte costituzionale dovesse dar ragione al Tar, a cascata si potrebbero impugnare 30 provvedimenti della Provincia – sottolinea Capra –. La Castella srl ha speso 9 milioni di euro per un buco. Dobbiamo stare attenti alle quote della Provincia».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
