Discarica Castella: il Tar rimanda alla Corte Costituzione

Francesca Zani
Si riapre la speranza che si fermi la realizzazione l’impianto di smaltimento di rifiuti non pericolosi con una capacità di 905.000 metri cubi
Sul futuro della Castella deciderà la Consulta © www.giornaledibrescia.it
Sul futuro della Castella deciderà la Consulta © www.giornaledibrescia.it
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Si apre forse uno spiraglio positivo nella vicenda della discarica Castella, che vede il Tar rimandare alla Corte Costituzionale la decisione sulla realizzazione della discarica, l’impianto di smaltimento di rifiuti non pericolosi con una capacità di 905.000 metri cubi che dovrebbe sorgere nell’omonima località posta al confine con Brescia, Borgosatollo e Castenedolo, per conto della società Castella srl di Padenghe, che era stata autorizzata dalla provincia di Brescia il 10 aprile 2024.

Era proprio su questa decisione, che il Comune di Brescia e successivamente di Rezzato, avevano presentato ricorso al Tar. I Comuni nel ricorso avevano sollevato questioni di legittimità costituzionale, relative alle norme regionali che attribuiscono alle Province competenze in materia di autorizzazioni ambientali, sostenendo che queste violano la Costituzione (art. 117, comma 2, lettera «s») e il Codice dell'Ambiente (D.Lgs. 152/2006). Inoltre avevano contestato anche le singole autorizzazioni incluse nel Pau, come la Valutazione di Impatto Ambientale, l'Autorizzazione Integrata Ambientale e il permesso di costruire.

La decisione del Tar ha dunque ritenuto «rilevanti e non manifestamente infondate» le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai due Comuni ed ora sospende il procedimento in attesa della decisione della Consulta. Nell’ordinanza viene infatti evidenziato «un conflitto tra la normativa regionale e quella statale in materia di tutela ambientale, con implicazioni sul riparto delle competenze tra Regione e Province».

L’ordinanza del Tar riapre alla speranza che si fermi la realizzazione della discarica che da oltre un decennio vede impegnate le Amministrazioni di Rezzato e Brescia, nella difficile impresa di tutelare un territorio già penalizzato dal punto di vista dell’ambiente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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