A Brescia i fedeli musulmani celebrano la Festa del Sacrificio

Al Centro culturale islamico di via Corsica erano in migliaia per festeggiare una delle ricorrenze più importanti per la comunità islamica
  • La Festa del sacrificio a Brescia
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«Cari fratelli e sorelle, auguri di buona pace», con queste parole il presidente del Centro culturale islamico di via Corsica Jamal Hammadi ha dato via oggi alle celebrazioni in occasione della Festa del sacrificio. «Celebriamo con grande gioia oggi l’Eid, senza mai dimenticarci di chi soffre e vive in contesti di guerra». Parole che ricordano il primo discorso di Papa Leone XIV: «Costruire ponti attraverso il dialogo e l'incontro per essere un solo popolo sempre in pace». Le celebrazioni, che si sono tenute all’interno del parcheggio del centro, hanno visto la partecipazione di migliaia di fedeli

Gli interventi

In arabo viene chiamata «Eid Al Adha» e viene festeggiata dalla Comunità musulmana in tutto il mondo. In occasione della ricorrenza diverse sono state le figure istituzionali bresciane che hanno presenziato all’evento. «È un momento significativo di una comunità religiosa molto rilevante in città e in provincia – ha dichiarato l’assessore ai Servizi sociali Marco Fenaroli –. Questa festa, che richiama il sacrificio di Abramo, è indice di tante radici comuni tra religioni».

In questo senso l’obiettivo del Comune, ricorda Fenaroli, «è lavorare insieme per una convivenza multiculturale e pacifica». Sulla stessa linea, anche Don Roberto Ferranti, tra i rappresentanti della Diocesi di Brescia, che si è detto «felice e commosso di essere qui» e si è augurato «che le comunità continuino a costruire ponti e a mantenere un dialogo costruttivo». Religione ma non solo. Durante la cerimonia l’attenzione si è spostata anche sull’imminente referendum dell’8 e 9 giugno. «Ricordiamoci di andare a votare» ha detto Driss Enniya, responsabile dell'ufficio immigrati della Cgil. «Il tema dei licenziamenti illegittimi riguarda tutti noi. È una battaglia di dignità e civiltà che dobbiamo portare avanti, soprattutto per gli immigrati che non possiedono ancora la cittadinanza italiana».

In Italia, i cittadini non appartenenti all’Unione Europea devono essere in possesso di un permesso di soggiorno per poter lavorare. Questo significa che, oltre a non poter essere assunti senza permesso, in caso di licenziamento il documento può risultare non più valido, mettendo a rischio la permanenza nel Paese. Una situazione che il responsabile definisce come un’arma a doppio taglio: «Senza lavoro si rischia di perdere il permesso di soggiorno». Nel chiudere il suo discorso, Enniya ha ricordato di votare, tra i cinque quesiti, anche per quello sulla cittadinanza che mira a dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta della cittadinanza italiana.

Le voci

Per Mohammad, 23 anni, di origine algerine «è una giornata memorabile. Pregare insieme a amici e parenti è una grande emozione». Il giovane bresciano è arrivato in Italia all’età di 14 anni e oggi festeggerà «mangiando cous cous e leben (bevanda algerina con latte fermentato, ndr)».

L'intervistato Mohammed
L'intervistato Mohammed

Con una cadenza squisitamente bresciana Camara Manyakalé, 38 anni, dalla Costa d’Avorio, condivide la gioia nel celebrare l’Eid: «Ho preso un permesso di lavoro per poter essere qui. Per me non è solo un momento di festa, ma soprattutto di profonda riflessione e gratitudine». La donna si dice sinceramente felice di vivere a Brescia «una città che mi ha sempre accolto». 

L'intervistata Camara Manyakalé
L'intervistata Camara Manyakalé

Per Omar, studente di ingegneria all’Università degli Studi di Brescia, la fede è tutto: «La religione rappresenta un aspetto essenziale nella mia vita. Sono grato alle istituzioni bresciane che ci hanno permesso di vivere un momento di dialogo e di celebrazione tra di noi». 

L'intervistato Omar
L'intervistato Omar

Come lui, anche Fatou Abdellah, 38 anni, di Brescia: «Sono emozionata nell’essere qui oggi insieme ai miei fratelli musulmani. La parabola del sacrificio del profeta Ibrahim (Abramo, ndr) è di grande insegnamento ancora oggi».

L'intervistata Fatou Abdellah
L'intervistata Fatou Abdellah

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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