Brescia, l’ex direttore generale Micheli indagato dopo l’addio al club

Sul tavolo del pubblico ministero aperta un’inchiesta per truffa, appropriazione indebita e autoriciclaggio
Micheli si era dimesso a metà febbraio - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Micheli si era dimesso a metà febbraio - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Sul tavolo del pubblico ministero Benedetta Callea l’inchiesta è aperta per truffa, appropriazione indebita e autoriciclaggio. Il nome dell’indagato è quello di Luigi Micheli, fino a pochi mesi fa direttore generale del Brescia Calcio. Dimessosi dal ruolo e anche dal Cda a metà febbraio e poi denunciato dal presidente del club Massimo Cellino che ha scoperto presunti «numerosi indebiti prelievi di denaro effettuati dall’ex direttore generale a favore di se stesso nel corso degli anni e fino ad un mese prima della dimissioni».

Come è stato possibile che nessuno sia accorto di nulla se non nel momento in cui Micheli ha dato l’addio, resta da capire. «È il classico caso in cui la domanda da farsi è: chi controlla il controllore?» lasciano trapelare fonti vicine alla società.

Il caso

La Procura sta effettuando una serie di accertamenti sulla scorta di una corposa querela contro Micheli firmata dai legali del Brescia Calcio. Sotto i riflettori della magistratura ci sono bonifici, firme, spese e bilanci del club. Un incrocio di dati e numeri dal quale la pm titolare dell’inchiesta punta a fare chiarezza.

Sicuramente il caso Micheli – che sarebbe finita a carte bollate era evidente fin dal minuto uno dell’addio a febbraio – aggiunge tensione in un finale di stagione già di per sé complicato. Sul campo per la corsa salvezza fin qui costellate da occasioni perse e da giganteschi rimpianti.

Tra l’altro: proprio Micheli ha accettato un contratto fino a fine stagione al Cosenza nel ruolo di consulente. Il presidente Guarascio gli ha dato il mandato di controllare conti e bilanci in vista della prossima stagione o in previsione della cessione del club. Ma evidentemente anche per studiare le carte per effettuare ricorso al Tar contro la penalizzazione di 4 punti in classifica.

La situazione societaria

Tornando al Brescia e alla delicatezza del momento, nell’insieme c’è anche la posizione di un Cellino che vuole vendere – ma non riesce a conoscere chi c’è dietro un interlocutore che ha manifestato interesse senza mai però fare un passo concreto –, e che dopo aver messo i soldi per rispettare le scadenze fino al termine dell’annata, non avrebbe più intenzione di aggiungere denaro nelle casse della società.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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