Cronaca

A Bovezzo siglato il patto per la crescita digitale dei giovani

Barbara Fenotti
Nell’era dell’iperconnessione la comunità ha deciso di supportare bambini e preadolescenti attraverso iniziative concrete per un uso consapevole della tecnologia
La presentazione del patto digitale a Bovezzo
La presentazione del patto digitale a Bovezzo
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In un’epoca caratterizzata dall’iperconnessione, una comunità intera ha deciso di stringersi attorno ai bambini e ai ragazzi per accompagnarli nella crescita digitale. Succede a Bovezzo, dove in questi giorni è nato il «Patto digitale di comunità»: un’alleanza educativa tra famiglie, scuola, enti e parrocchia per promuovere un uso più consapevole e sereno delle tecnologie tra i più giovani.

Il progetto

L’iniziativa, nata su impulso di un gruppo di genitori e realizzata con il supporto della rete nazionale dei Patti digitali di comunità, si rivolge alle famiglie con figli in età da scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Dopo l’esperienza avviata a Palazzolo sull’Oglio, Bovezzo è il secondo Comune del Bresciano ad attivare questo genere di percorso. Il progetto ha ottenuto il sostegno convinto di un’ampia rete territoriale: la parrocchia di Sant’Apollonio, il Comune, l’istituto comprensivo, la scuola dell’infanzia «Passerini», il Comitato genitori «Co.Ge.Bo.», Civitas e l’Ambito territoriale sociale della Valtrompia. Insieme hanno dato vita a un percorso condiviso che mette al centro il benessere digitale di bambini e preadolescenti tramite una serie di iniziative.

Azioni concrete

L’adesione al Patto comporta ora per Bovezzo una serie di azioni concrete: organizzare incontri tematici su misura per fasce d’età, creare momenti di confronto tra famiglie, scuola e servizi educativi e l’adozione di un manifesto locale sull’uso consapevole della tecnologia. Si lavorerà anche alla definizione di accordi familiari sull’utilizzo degli smartphone, al coinvolgimento di figure educative nei percorsi e alla partecipazione attiva alla rete nazionale.

L’inizio

A suggellare l’avvio ufficiale del Patto sul territorio è stato l’incontro pubblico «Connessi o sconnessi? Crescere nel tempo dell’iperconnessione» con il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Di fronte a quasi 400 persone tra genitori, insegnanti, educatori e istituzioni, Pellai ha illustrato le evidenze scientifiche che legano l’uso precoce e non regolato di smartphone e social media a rischi per la salute mentale ed emotiva dei ragazzi.

Il «Patto digitale» si fonda su tre principi condivisi: scegliere insieme tempi, modi e strumenti con cui i figli entrano in contatto con gli schermi, promuovere momenti formativi tra famiglie e definire accordi educativi chiari sull’uso dei dispositivi digitali, da rispettare in casa e a scuola. L’esperienza di Bovezzo, sostenuta anche dal centro di ricerca «Benessere digitale» dell’Università di Milano-Bicocca e dalle associazioni Mec, Aiart Milano e Sloworking, è già diventata un modello.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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