Beni confiscati, Brescia e Valcamonica esempi virtuosi da seguire

Dal capoluogo alla Valcamonica, non mancano esempi virtuosi di riconversione di beni confiscati. Nell’ottobre del 2024, ad esempio, l’ex Albergo Fornaci di via Corsica a Brescia, bene confiscato definitivamente alla mafia nel 2011, ha finalmente visto nuova luce trasformandosi nel secondo Help Center per senzatetto e persone ai margini della cooperativa sociale «La Rete».
A Brescia
Riqualificato dopo anni di occupazione e di abbandono, è stato intitolato a Emanuela Loi, poliziotta uccisa con altri cinque agenti della scorta nella strage di via D’Amelio in cui morì il giudice Paolo Borsellino.
L’immobile, che la Loggia ha acquisito gratuitamente dal demanio a seguito della confisca, è stato affidato alla cooperativa che ha attivato il servizio dopo un massiccio intervento di ristrutturazione e oggi è attiva a pieno titolo garantendo servizi essenziali ai cittadini meno tutelati e alle persone in difficoltà. Un seppur faticoso esperimento capace di innovare l’ambito sociale di Brescia.
Poco distante, a Brescia2, c’è l’attico di via Aldo Moro sequestrato e confiscato a un camorrista nei primi anni Duemila: è uno dei beni sottratti alle mafie grazie all’impegno di Libera e dal 2018 è in mano al Coordinamento delle famiglie affidatarie.

Valcamonica
A 60 chilometri più a nord, nella piccola comunità di Pian Camuno (meno di cinquemila anime nella bassa Valcamonica), nei decenni hanno trovato terreno fertile i tentacoli della criminalità organizzata - al punto che oggi risultano essere ben undici i beni confiscati. Per il piccolo Comune camuno è un’impresa non semplice quella di affidarli in gestione tutti, ma da anni le forze sono distribuite anche e soprattutto su questo lavoro. Lo scorso anno, ad esempio, una proprietà composta da un’abitazione, due fabbricati agricoli, sette particelle di terreno e tre cavalli in via Volta è stata assegnata dal comune dopo oltre dieci anni.
La struttura venne infatti sequestrata dopo la scoperta di un giro di fatture false che portò a misure cautelari nei confronti del proprietario. Con una sentenza del 2017, seguita da quella della Cassazione del 2018, il Tribunale decretò il passaggio di quei beni all’Associazione nazionale beni sequestrati e confiscati (Anbsc). Ma non solo: l’ultimo in ordine di tempo ad essere assegnato – giusto poche settimane fa – è il ristorante «La Ruota Blu», in via 25 aprile sempre a Pian Camuno.
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