Autismo, famiglie bresciane rimborsate: «L’Ssn paghi i trattamenti Aba»

«È possibile che per vedere riconosciuto l’irrinunciabile diritto dei nostri figli con disabilità a ricevere cure appropriate con comprovata evidenza scientifica sia stato necessario percorrere vie legali?». Se lo chiede ogni giorno Francesco Cinquegrana, padre di un bambino con diagnosi di disturbo dello spettro autistico (Dsa). Socio di Anffas Brescia nonché presidente de L’Abaf Aps di Desenzano, Cinquegrana è uno dei genitori che nel 2021 si sono rivolti al Tribunale di Brescia per ottenere il rimborso delle spese sostenute per i trattamenti Aba (Applied behavior analysis) che «il Servizio sanitario pubblico non riesce ad erogare per tutti». Trattamenti – orientati a migliorare le abilità comunicative e sociali nei bambini con disturbi dello spettro autistico – che possono costare anche 800-1000 euro al mese.
I ricorsi
Due cause – supportate, come le altre, da Anffas Brescia – si sono concluse positivamente in primo grado, tre famiglie hanno abbandonato il percorso e altre cinque hanno visto la Corte d’appello accogliere il loro ricorso contro Ats Brescia. I primi rimborsi sono già arrivati: per queste sette famiglie, in totale, superano i 90mila euro e sono riferiti ai trattamenti avvenuti tra il 2019 e il 2021.
I ricorsi di questo tipo, in Italia, negli ultimi anni, sono stati parecchi: come evidenzia questo papà «ormai sono numerosissime, nel nostro Paese, le sentenze a favore delle famiglie in cui i Tribunali, il più delle volte, condannano le strutture sanitarie anche al pagamento delle spese legali ed al pagamento dei consulenti tecnici di ufficio, come nel nostro caso. Sono soldi pubblici che vengono spesi perché le strutture decidono di resistere in giudizio e non accettano di evitare il ricorso. Per questo ritengo urgente che si apra un tavolo tra famiglie, associazioni, direzioni sanitarie, per evitare di arrivare ai contenziosi. Ciò che chiediamo, infatti, è il riconoscimento di un diritto, quello alla salute e alla cura, sancito dalla Costituzione».
Alti costi
Nelle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, tra l’altro, «è previsto per i disturbi dello spettro autistico l’intervento Aba, che rientra nei Lea – aggiunge Cinquegrana –. Purtroppo per ragioni economiche e di personale, le strutture pubbliche non sono in grado di erogarlo a tutti a fronte tra l’altro di un sempre maggiore numero di minori con diagnosi di Dsa».
Nel territorio di Ats Brescia, ad esempio, i casi di autismo sono 3.010 (ultimo dato disponibile aggiornato al 2023) contro i 1.606 del 2019. E solo nel 2023 le nuove diagnosi sono state 430.
«Le linee guida – sottolinea – parlano di trattamento intensivo (per i bambini più piccoli si fanno mediamente quattro interventi a settimana di un’ora e mezza ciascuno), mentre quando va bene vengono proposti, dopo uno o due anni di attesa, 45 minuti alla settimana di psicomotricità. Questo costringe le famiglie, come le nostre, a rivolgersi al privato con costi elevati: 800-1000 euro al mese per i trattamenti precoci sui più piccoli».
Tema caldo
Il tema è caldo: come anticipa la consigliera regionale Claudia Carzeri oggi in Consiglio Forza Italia – citando la sentenza della Corte di Appello di Brescia – presenterà una mozione per sollecitare Palazzo Lombardia a incrementare gli interventi rivolti alle famiglie con a carico minori con diagnosi di Dsa «per permettere loro di fruire pienamente e liberamente di percorsi riabilitativi intensivi appropriati al bisogno e alle fasi di sviluppo».
Anche la rete «Autisminsieme», che ha illustrato le iniziative per la Giornata della consapevolezza sull’autismo prevista il 2 aprile, lancia un Sos: «La spesa per le prestazioni è in parte a carico delle famiglie: non tutte, infatti, sono coperte dalle misure dello Stato e della Regione. Ma c’è di più – spiegano –. Molte persone, soprattutto bambini e bambine, non godono in maniera adeguata della necessaria presa in carico; rischiano, cioè, di attendere a lungo ed essere esclusi dai trattamenti, che sono costosi e richiedono personale specializzato e formato».
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