Arresto cardiaco a messa: anziana salvata da medici che erano in chiesa

È accaduto nella chiesa di Pieve di Concesio. Una delle dottoresse intervenute: «Non c’era il defibrillatore, ma per fortuna non è servito»
La chiesa di Sant'Antonino Martire a Concesio - © www.giornaledibrescia.it
La chiesa di Sant'Antonino Martire a Concesio - © www.giornaledibrescia.it
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Insieme ad una collega e a due infermieri ha salvato la vita di una donna colpita da un arresto cardiaco. Ma anche ore dopo, quando ripercorre i fatti, il suo primo pensiero è per l’insegnamento che può venire da questo episodio: «È davvero fondamentale che nella popolazione si diffonda il più possibile, fin dalle prime classi della scuola elementare, la cultura delle manovre salvavita. Tutti devono sapere che non solo medici e infermieri possono fare la differenza, ma che tutti possono intervenire e contribuire a salvare una vita».

E lei, medico di base con lo studio a Concesio, che preferisce restare anonima perché «ho collaborato con altri colleghi, abbiamo fatto un lavoro di squadra e la signora si è ripresa», si è trovata nel posto giusto al momento giusto e per una donna di 79 anni la sua presenza, e quella di un’altra dottoressa, medico ospedaliero, e di due infermieri del Pronto soccorso, ha fatto la differenza.

L’emergenza

Tutto è accaduto nella chiesa di Pieve di Concesio, la stessa in cui era stato battezzato Giovanni Battista Montini, poi diventato Papa Paolo VI, ieri mattina durante la messa delle 11. Una celebrazione animata dai ragazzi del catechismo e che aveva riunito diverse famiglie del paese. Una ventina di minuti dopo che era iniziata la celebrazione, una delle dottoresse presenti in chiesa, si è accorta che una donna di 79 anni si era accasciata sul banco.

«Mi ha chiamato la collega e mi ha fatto segno di avvicinarmi per aiutarla». Alle due professioniste bastano pochi rapidi gesti per capire che non si tratta di uno svenimento: «La signora era priva di conoscenza, abbiamo tastato il polso e sentito che non c’era battito. Abbiamo subito iniziato il massaggio cardiaco. Io e la collega ci siamo alternate mentre altre due persone che erano in chiesa, che sono infermieri del Pronto soccorso, ci hanno aiutato».

La buona notizia

«Purtroppo non c’era il defibrillatore, per fortuna non ci è servito. Dopo sei minuti di massaggio abbiamo sentito che il polso era tornato e la signora ha iniziato a riprendersi», spiega ancora la dottoressa. Nel frattempo gli altri colleghi avevano allertato il numero unico di emergenza, abbiamo spiegato alla centrale operativa la situazione e in pochi minuti è arrivata l’ambulanza che ha trasferito in Pronto soccorso la donna che aveva accusato il malore.

«A tutti può capitare di trovarsi davanti ad una persona in arresto cardiaco, tutti dovrebbero sapere che possono e devono fare qualcosa per aiutare. Noi medici per questo facciamo tutto il possibile per diffondere la cultura delle manovre salvavita».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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