Agnosine, paese dei negozi chiusi: serrande abbassate, nessun ricambio

Poco più di milleseicento abitanti e un record invidiato un po’ da tutti i paesi della Valsabbia, almeno quelli al di sotto dei 2mila abitanti, per non dire quelli posizionati in montagna. In rapporto alla popolazione, Agnosine era il paese con più negozi di vicinato. Un caso da studio. Era appunto. Con l’ultimo lustro, infatti, questa predominanza si è fortemente ridimensionata. Prima se n’è andata la pizzeria Da Nicola, poi ha chiuso quella che era rimasta l’unica macelleria, la storica «Giuseppe Pace».
Svaniti
Lamberto ha chiuso il suo minimarket, giù la serranda anche per Paola che vendeva fiori e articoli da regalo. Così per il «Frutta e Verdura» di Ettore e di Franco. La stessa sorte, pochi giorni fa, l’ha subita la storica bottega del «Tram» gestita per decenni dai Carli e per qualche anno da Claudia, che però ora ha deciso di cambiar mestiere. A fine anno Maurizia chiuderà «L’Aurelia», storico negozio di abbigliamento. Qualche anno prima c’erano una merceria, un negozio di scarpe, l’orologiaio. Dei cinque fra barbiere e parrucchiera è rimasto solo quello di Cristina. Per non dire di bar e locande: svaniti quasi tutti.
Nella popolosa frazione di Renzana non c’è ormai più nulla, se non «Linea Ufficio», edicola e cartoleria con tabacchi a metà strada. Rimangono a Trebbio alcuni irriducibili fra bar, tabaccheria, un ristorante, l’unica forneria rimasta delle tre, la parrucchiera, la farmacia e una bottega di generi alimentari. Ha aperto una pizzeria da asporto. Trebbio insomma si difende, ma con gran fatica.
Che cosa è successo? Come ha fatto Agnosine, con gli esercizi commerciali che fino a pochi anni fa erano frequentati anche dai chi risiedeva nei paesi vicini a perdere tutto il suo «appeal»? Se lo chiedono in molti, che provano anche a dare risposte. «Oggi tutti preferiscono andare al supermercato», ma vale fin lì, perché i supermercati a fondo valle ci sono da decenni. «Ormai hanno tutti l’auto e preferiscono il supermercato dove il parcheggio lo trovano di sicuro».
Riflessioni
I giovani? Abbiamo chiesto al sindaco Paolo Siliqua: «Gran parte di questi negozi hanno chiuso per mancanza del cambio generazionale. I titolari vanno in pensione, di figli che vanno avanti non ce ne sono più e anche se ce ne sono preferiscono il lavoro dipendente: un numero fisso di ore e non ci pensano più». E non succede solo ad Agnosine.
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