Cavallerizza Bettoni, futuro appeso a un filo: senza proroga si chiude

Scade oggi la convenzione tra Loggia e l'associazione sportiva dilettantistica Stable. Spunta una cordata di imprenditori per la cascina Chiappa
Lo stabile oggi sta cadendo a pezzi, una parte è già inagibile - © www.giornaledibrescia.it
Lo stabile oggi sta cadendo a pezzi, una parte è già inagibile - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo 227 anni di attività la Cavallerizza Alessandro Bettoni, a Brescia dal 1797, potrebbe chiudere i battenti e Palazzo Loggia non avrà più un maneggio comunale. Scade oggi, infatti, la convenzione sottoscritta dalla società San Filippo e dalla Cavallerizza Stable, l’associazione sportiva dilettantistica che, proroga dopo proroga, (in tutto sarebbero una ventina), ha continuato l’attività equestre in uno stabile che oggi sta cadendo a pezzi e che andrebbe completamente ristrutturato.

L’ipotesi

In realtà (forse) non tutto è perduto: potrebbe infatti arrivare oggi una proroga tecnica, della durata di 60 giorni, per consentire a Palazzo Loggia di avviare le pratiche per eventuali manifestazioni di interesse.

Sguardo al futuro

Intanto chi gestisce la struttura sta già pensando al futuro. «Andiamo via da qui – spiega Vanessa Gobetti, presidente della Cavallerizza Stable –, ma non ci fermiamo. Stiamo ristrutturando le scuderie Le Meridiane di Cellatica e ci trasferiamo lì con i nostri cavalli e i nostri ragazzi». La scuola di equitazione della Cavallerizza Stable, che da gennaio dovrebbe chiamarsi Scuderia della Vittoria Alata, conta dodici cavallerizzi tra i 10 e i 30 anni, uno dei quali, di 14 anni, è arrivato quarto agli ultimi campionati nazionali di salto agli ostacoli.

«Il Comune – aggiunge Gobetti – ha chiesto a noi di restaurare tutto per poter rimanere, cosa impossibile. Ci siamo sempre trovati bene con la Loggia – conclude –, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare un punto di incontro».

Le prospettive

Il futuro della cascina Chiappa di Sant’Eufemia, ricevuta dalla Loggia grazie a un lascito testamentario intorno ai primi anni ’70, è ancora tutto da scrivere. La scorsa settimana in Comune c’è stato un primo incontro con un possibile investitore, un imprenditore cremonese proprietario di un maneggio, intenzionato ad ampliare l’attività e interessato alla cascina. Non ci sarebbe, però, una proposta concreta, né un progetto, che pare essere stato presentato, invece, lo scorso lunedì da una cordata di imprenditori bresciani che in via Chiappa vorrebbe far nascere un centro sportivo con tanto di piscina, campi da tennis, da calcetto e padel. Un investimento, che secondo alcuni bene informati, si aggirerebbe fra i tre e i dieci milioni di euro e che pare far gola al Comune. Un progetto che non comprende, però, l’equitazione, mettendo fine alla lunga e pluridecorata storia del maneggio comunale.

Il sopralluogo

Giovedì in via Chiappa c’è stato un sopralluogo dei tecnici per verificare meglio le precarie condizioni strutturali della cascina, una parte della quale è già inagibile. In municipio i funzionari sono al lavoro per trovare la quadra, anche perché si tratta di capire se è necessaria una gara d’appalto per l’affidamento di questo bene comunale, oppure se è possibile darlo in concessione ad un privato senza un incanto. A Palazzo Loggia bocche cucite per una vicenda definita «delicata», sulla quale non è ancora stata scritta l’ultima parola.

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