Addio a Elio Fontana, alfiere di una politica che non c’è più

se n'è andato, ieri mattina, verso mezzogiorno, in un letto della Poliambulanza. Vicino, la moglie Claudia, i figli Simona e Paolo. Con la sua scomparsa si assottiglia una generazione alimentata, quotidianamente, dal «pane e politica»
Se n'è andato Elio Fontana © www.giornaledibrescia.it
Se n'è andato Elio Fontana © www.giornaledibrescia.it
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Elio Fontana, 83 anni, personaggio della politica bresciana e nazionale, se n'è andato, ieri mattina, verso mezzogiorno, in un letto della Poliambulanza. Vicino, la moglie Claudia, i figli Simona e Paolo. Con la sua scomparsa si assottiglia una generazione alimentata, quotidianamente, dal «pane e politica».

Elio Fontana era nato a Marcheno nel 1941, come Sandro, il suo capo – «gemello» e ispiratore politico, il fratello più conosciuto, intellettuale assoluto della sinistra Sociale democristiana, erede di Donat Cattin. E a Marcheno era nato l’altro fratello Gianfranco, il più vecchio, urbanista e avvocato stimato, già sindaco per molti anni di Collebeato; nel paese dell’alta Valtrompia, impagabile la presenza della sorella Iole, a coprire le spalle con l’amore e la preghiera.

Con la scomparsa di Elio Fontana, la saga dei fratelli e degli amici marcati sinistra sociale democratica cristiana perde un approdo centrale. Però non sparisce, testimoniata da amministratori e politici, smarcati al centro, alleati a destra e a sinistra, sempre vicini a Elio e a Sandro, per la lealtà e la fortuna di aver vissuto accanto la giovinezza e la giovinezza della politica.

Si riconoscevano tutti in una sorta di giuramento mai fatto e sempre immaginato, ogni anno, a ottobre, al convegno di Saint Vincent. Lì si ritrovava lo spirito di qualcosa oltre una corrente e si rinsaldavano le vicinanze strette di Rizzardi, Gei, Capra, Ambrosi, Massetti, Garda, Rossi e una categoria di giovani che divennero nei loro paesi a poco più di 20 anni, sindaci, assessori, segretari di partito. Erano chiamati i «comunisti bianchi» dei fratelli Fontana e di Donat Cattin, finendo per essere combattuti dalla sinistra comunista e dalla destra democristiana.

Sandro istruiva la dottrina e Elio, deputato al Parlamento italiano e per tre volte senatore, viceministro del Lavoro nel governo De Mita 1983, istruiva alle campagne elettorali, come un generale portava tutti intorno a un tavolo immaginario e muoveva le truppe delle correnti democristiane prima di ogni congresso.

La storia della Dc

Elio Fontana fu uno dei custodi più assidui di via Tosio numero 8, sede storica Dc. Lì si formavano le liste elettorali e la giovane classe dirigente aveva la possibilità di nascere. Nel fine settimana, il giovane parlamentare bresciano finiva in una sede democristiana della Bassa, delle Valli o dei laghi a rinforzare le truppe del partito e della corrente.

Quando Mino Martinazzoli scelse di chiudere la Democrazia Cristiana e di fondare il Partito Popolare Italiano, Elio e Sandro fondarono il Centro Cristiano Democratico e si allearono, da indipendenti, con Forza Italia, al fine di spostare l'asse di Berlusconi verso un centro europeo popolare: fu una rottura pesante, con ferite profonde mai suturate, da una parte e dall’altra e ciò non tolse l’idea di una rinascita dei valori e della politica centrista. Siamo ancora lì.

Negli ultimi mesi, durante l’anniversario della morte di Sandro, in una sala stracolma al San Barnaba, Elio Fontana riunì gli amici più stretti e raccomandò loro di scrivere la storia della Dc bresciana. Adesso che lui non c'è più si mantenga la promessa. I figli dei fratelli Fontana, Paolo di Elio, Angelica di Sandro e Francesco di Gianfranco sono impegnati nella cultura politica e civile non solo bresciana. Loro sono uniti nel condurre avanti la partita dei padri, si vogliono bene e condividono i valori ideali dei cristiani democratici.

I funerali dell’on. Elio Fontana si svolgeranno domani, alle 15.30, nella chiesa di CristoRe, in città. In una nota, la sindaca Laura Castelletti e la Giunta comunale hanno espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Elio Fontana. «Ho appreso la notizia con dispiacere – ha detto la sindaca –. Fontana, ex parlamentare da sempre impegnato in politica nelle fila della Dc, ha fatto parte della storia di Brescia e dell’Italia. Desidero esprimere vicinanza, la mia personale e a nome di tutta la Giunta, al figlio Paolo, che siede con noi in consiglio comunale, alla famiglia e agli amici. Brescia – ha aggiunto Castelletti – oggi perde un uomo di capacità che ha saputo attraversare alcune delle fasi più complicate del nostro Paese, senza mai smarrire i propri valori».

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