Cronaca

In 2 anni 6mila bresciani sono partiti in cerca di un futuro migliore

Nicolò Rizzardi
Tanti hanno lasciato, tra 2023 e 2024, città e provincia per risiedere in un altro Paese: il saldo migratorio è negativo, dato che gli ingressi sono stati poco meno di 2mila
Un aeroplano
Un aeroplano
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La provincia di Brescia è da sempre una terra caratterizzata da variegati fenomeni migratori, che hanno contribuito a disegnare la complessa realtà demografica in cui viviamo. Negli ultimi decenni, l’immigrazione straniera è stata oggetto di numerosissimi studi e ricerche, condotte da Enti, istituzioni e università sia a scala nazionale che locale. E ciò senza considerare la crescente importanza politica e socioculturale che viene attribuita a questo fenomeno.

Di contro, molto meno indagato risulta essere il fenomeno dell’emigrazione di cittadini italiani che, a partire dal bresciano, decidono di trasferirsi a vivere in Paesi stranieri. Da un’analisi dei dati demografici forniti dall’Istat, emerge che 2.872 bresciani nel 2023 e ben 3.195 nel 2024 hanno spostato la propria residenza in Stati esteri. Di questi, 1.433 nel 2023 e 1.642 nel 2024 sono giovani, di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Al contrario, analizzando i dati dei cittadini italiani che si sono spostati nel Bresciano da un Paese straniero, si registrano 1.000 ingressi nel 2023 e 918 nel 2024.

In aeroporto
In aeroporto

L’analisi

Mettendo in relazione i dati, appare evidente che il saldo migratorio è negativo, con una forbice tra coloro che stanno lasciando la provincia e coloro che vi stanno invece rientrando sempre più ampia, confermando un trend comune a tutto il Paese.

Non stupirà sapere che questo fenomeno migratorio è alimentato principalmente dalla popolazione più giovane: sono stati oltre 3.000 i ragazzi e le ragazze che hanno lasciato la provincia di Brescia nel corso del biennio 2023-2024. Questa realtà, che si inserisce in un quadro più ampio che coinvolge l’Italia intera, riserva anche alcune sorprese. L’Istat calcola infatti che il numero dei giovani tra i 18 e i 34 anni espatriati tra il 2011 e il 2023 sia pari al 6,1% del totale su scala nazionale. Tuttavia, il dato più alto è registrato nel Nord-Est: 6,8% di expat sul totale, a fronte di un dato del Sud Italia pari al 5,1%.

Il caso laureati

Sorprende anche il livello d’istruzione di coloro che stanno scegliendo l’estero: se nel 2019 solo il 36% dei giovani expat originari del Nord Italia possedeva una laurea, nel 2022 la percentuale era già salita al 48%, con una tendenza in continua crescita.

Questo costante stillicidio sta privando i nostri territori di molte migliaia di giovani cittadini, con i prevedibili effetti negativi che questa perdita porta con sé. Se, da un lato, il trasferimento di giovani verso l’estero sta contribuendo a trascinare verso il basso la natalità, la situazione pesa notevolmente anche dal punto di vista strettamente economico. Si calcola infatti che, nella sola Lombardia, tra il 2011 e il 2023 la perdita di capitale umano sia stata nell’ordine di circa 23 miliardi di euro, che salgono a 134 miliardi in meno se consideriamo la Penisola nel suo complesso.

Si tratta di migliaia di giovani per la cui crescita e per la cui istruzione la collettività ha speso tempo, denaro e risorse e che –una volta entrati in età lavorativa e pronti a contribuire allo sviluppo economico del Paese – spostano le proprie competenze all’estero. Una generazione di «italiani del mondo» che continua a costruirsi la propria vita altrove, con un misto di nostalgia e speranza, cercando possibilità di crescita a livello umano e professionale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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