Miniera è un altro modo per dire coscienza nel cuore della terra

La storia della Valtrompia e di intere vite spese nella fatica di quella che è infine una trincea sotterranea, oggi un museo
La miniera Marzoli di Pezzaze - © www.giornaledibrescia.it
La miniera Marzoli di Pezzaze - © www.giornaledibrescia.it
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Le pietre sono mute. Mute? Scendete in una miniera della Valtrompia, ad esempio la Marzoli, e ne sentirete la voce. Il trenino giallo che corre tra le rocce, i bambini entusiasti, l’avventura sotterranea di mezzo pomeriggio, la storia di un luogo votato ai metalli da millenni.

Sarà come leggere una bella poesia: ne resterai affascinato, ma non vedrai il dolore di chi l’ha scritta. Sembrano cose lontane, ma nella miniera così come nella poesia vieni spinto nel profondo delle cose. I minatori della Valtrompia sono poeti estinti, incompresi. Hanno vissuto nella fatica, sono scesi nel cuore della Terra. Quando non cercavano il metallo facevano i contadini: frequentavano le viscere della terra in inverno, d’estate coltivavano i campi. Lavori entrambi faticosi, uno sotto terra e l’altro sotto il sole.

Queste miniere di ferro sono state veicolo di ricchezza e progresso, ma il costo umano in questi casi non è mai specificato. Come fai a scegliere di vivere lì sotto e a portarci i tuoi figli se hai una prospettiva meno buia? Consuetudine al lavoro e all’oscurità? La necessità giustifica tante cose. Abbiamo di fronte un popolo che si è speso per generazioni alla ricerca della vena giusta. Che ha dato la vita per essa e costruito sulla propria pelle la fortuna di un luogo. La miniera Marzoli di Pezzaze è stata chiusa nel 1972 e dal 1999 è un museo. In quell’anno è finita l’attività mineraria in Val Trompia.

Il trenino giallo per le visite guidati all'ingresso della miniera - © www.giornaledibrescia.it
Il trenino giallo per le visite guidati all'ingresso della miniera - © www.giornaledibrescia.it

Oggi per scendere per una breve gita basta munirsi di scarpe da trekking e abbigliamento adatto a una temperatura di 10 gradi. Allora chissà che dotazione di abiti e calzature avevano per passare ore e ore in queste gallerie, molte delle quali strette e basse, scavate nella roccia a colpi di piccone. Tutto qui sotto parla di intere vite spese nella fatica di quella che è infine una trincea sotterranea. Ciò che si faceva in questo posto ora si fa dall’altra parte del mondo e il percorso dell’allegro trenino giallo, in apparenza breve, congiunge idealmente gli estremi della Terra.

In Valtrompia (e non solo) bisognerebbe mettere ovunque lapidi al minatore ignoto, che ha dato forma e struttura a un benessere oggi in parte estinto. Ma la speranza no, lei è ancora aggrappata alla roccia. Sul sito della miniera Marzoli c’è scritto «percorso illuminato adatto a tutti». Illuminatevi scendendo sottoterra, vi farà solo bene. Potete andarci per divertimento, per fare qualcosa di diverso, per curiosità. Scendete e cercate di tornare in superficie leggeri. Sforzatevi di vedere al vostro fianco un’ombra: quella del minatore che sareste stati se la vita non vi avesse riservato una vita comoda. Miniera è solo un altro modo per dire coscienza.

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