Yoga digital detox, cinque giorni senza telefono a guardare le stelle
Fuori dal mondo, senza telefono, immersi nella natura. Quante volte vivere iperconnessi ci ha fatto desiderare di staccare davvero e scappare da tutto? Sollecitati come siamo, senza tregua, da notifiche, mail e telefonate a tutte le ore, a un certo punto può succedere di sentirsi soffocare. Braccati dal lavoro anche quando si è a riposo, travolti dalla bulimia social, perennemente distratti da quello che stiamo facendo.
Non stupisce allora l’impennata di adesioni a un nuovo tipo di vacanza: il digital detox. Una proposta turistica, ma non solo, che sta prendendo piede anche a Brescia.
Perché una disconnessione totale
Le bresciane Monica Bormetti, psicologa 38enne che si occupa di benessere digitale dal 2017 e Stefania Clementi, 35enne insegnante di yoga e meditazione, dal 2020 organizzano weekend di disconnessione dalla tecnologia. «Per riconnettersi con sè stessi». Anni dopo essersi conosciute sui banchi del liceo Meneghini di Edolo, si sono ritrovate per caso a Milano, dove entrambe si sono trasferite. «Dopo il lockdown nella prima ondata di Covid, il livello di iperconnessione di ognuno di noi è aumentato. Da una parte la tecnologia ci ha aiutati a mantenere i legami e a lavorare - spiegano -, ma spesso ha amplificato comportamenti scorretti che alla lunga possono rivelarsi dannosi». È nata così l’idea di organizzare esperienze di disconnessione totale, per rilassarsi ma anche per imparare a gestire il rapporto con la tecnologia.
«C’è un grande bisogno di occasioni così: tutti i nostri appuntamenti sono sold out, intensificheremo il calendario. Proponiamo un format che unisce digital detox e pratiche yoga perché crediamo importante che mente e corpo siano in armonia».L’impatto dello smartphone - ormai un’estensione del corpo, sul comodino mentre dormiamo o sul tavolo mentre mangiamo - è enorme nelle vite di tutti. «Il telefonino non è uno strumento neutro - spiega Bormetti -, ma è progettato per essere personalizzato e influenzare il comportamento delle persone, modificando capacità di apprendimento e di relazione».
Al punto che non riusciamo a farne a meno, nemmeno in ferie. Uno studio di Passport Photo Online dice che il 71% delle persone controlla il telefonino tra le 32 e le 80 volte al giorno, anche sotto l’ombrellone. Il 68% degli utenti usa i cellulari per lavorare nel tempo libero e il 55% sente la pressione di dover rispondere a mail e messaggi di lavoro mentre è in vacanza, anche se il titolare non lo richiede. Ma non è finita. Il perenne approccio multitasking a cui siamo chiamati ha abbassato anche la nostra soglia di attenzione e concentrazione. Gloria Mark, ricercatrice dell’Università della California, ha evidenziato come la maggioranza delle persone al pc riescano a stare concentrate solo su una cosa per circa 40 secondi, poi si distraggono.
Come funziona lo yoga digital detox
Dopo i weekend sui laghi di Garda e Iseo, sulle montagne bergamasche e in collina a Piacenza e Reggio Emilia, a inizio agosto lo yoga digital detox organizzato dalle due bresciane ha fatto tappa a Gubbio. «Tutti i posti che scegliamo sono accomunati da natura incontaminata e tranquillità: indispensabili». Per l’ultimo ritiro la scelta è ricaduta su una tenuta in Umbria: 480 ettari di campagna, con laghi balneabili, boschi e sentieri. Nel silenzio più totale, se non per il cinguettio degli uccelli e il fruscio delle foglie. Ci siamo andati anche noi.
Nove gli iscritti, provenienti dal Nord e dal Centro Italia, pronti a isolarsi e prendersi una pausa di cinque giorni dalla routine. «È stato il primo retreat così lungo: finora avevamo sperimentato solo esperienze di due o tre giorni». I partecipanti, per la maggior parte tra i 30 e i 40 anni, sono accomunati da professioni piuttosto stressanti, che richiedono un massiccio uso della tecnologia. Tutti si sono iscritti per mettersi alla prova. «Mi serve - spiega Annalisa, 38 anni, cooperante internazionale che si occupa di migranti - perché ho bisogno di ritrovarmi e concentrarmi su di me». Ce lo dice appena prima di sbarrare gli occhi: si è resa conto di non possedere una sveglia analogica e non aver portato un orologio. «Ci pensiamo noi - la rassicura l’insegnante di yoga -, veniamo a bussarvi alla porta della camera».
Smartphone in cassaforte

La prova più difficile, almeno sulla carta, arriva subito dopo la prima cena insieme: la cerimonia di consegna dei cellulari. Seduti nell’erba, in cerchio, ognuno infila il telefonino in un sacchetto di tessuto con il suo nome e poi in un forziere. Un rito più simbolico che altro: tutti gli smartphone saranno custoditi in una cassetta di sicurezza nella camera delle organizzatrici. «Spegneteli, non sarebbe la prima volta che ci svegliamo nel cuore della notte perché chiamano da casa. Come sapete, gli unici numeri rintracciabili - solo in caso di emergenza - sono i nostri» ricordano. «E non imbrogliate: all’ultimo detox qualcuno aveva un secondo cellulare nascosto in valigia».
Lì per lì il distacco pare non causare grossi traumi, solo qualche ultima furtiva occhiata a WhatsApp. «In ufficio sono tutti avvisati - commenta Mauro, ingegnere lecchese di 36 anni -, se la caveranno. Non sono per niente agitato». «Io un po’ sì - dice Claudio, manager 41enne di Bologna - ma la vivo come un’opportunità per staccare anche da una situazione personale che ho a casa. Quello che mi impensierisce di più sono le notifiche che troverò, o non troverò, quando riaccenderò il telefono tra cinque giorni».
Esperienza di gruppo
Si comincia. Le giornate del ritiro sono organizzate nel dettaglio, ma il clima è estremamente rilassato. «È pur sempre una vacanza - spiega Clementi -. Noi dettiamo i tempi, ma il programma lo aggiustiamo anche in base a come reagisce il gruppo». E il gruppo si cementifica da subito: accomunati dalla stessa condizione, i partecipanti iniziano a raccontarsi spontaneamente, senza filtri. Si ritrova la voglia di chiacchierare, fare amicizia, conoscere persone nuove. «Siamo nove sconosciuti - ci dicono -, potenzialmente possiamo anche scegliere di non rivederci mai più. Non siamo amici sui social, non sappiamo niente gli uni degli altri, viviamo in regioni diverse». Forse anche grazie a questa leggerezza, le confidenze fluiscono e in poche ore si crea un’atmosfera amichevole. Sarà così per cinque giorni e, al momento dei saluti - lo anticipiamo - scapperà qualche lacrima.
Ogni giornata al retreat inizia allo stesso modo: sveglia (bussata) alle 7.30 e pratica di yoga di un’ora e mezza nel bosco. «Ciascun giorno lavoriamo su un elemento: terra, acqua, fuoco, aria ed etere» ci conferma Stefania Clementi, che ha preparato anche una serie di meditazioni e sessioni di mindfulness ispirate alla natura. Dopo la colazione, il gruppo con la guida della psicologa trascorre la mattinata in attività dedicate alla consapevolezza digitale: formazione, confronto di esperienze, esercizi, riflessioni, condivisioni di strumenti e strategie per usare meglio la tecnologia. «L’obiettivo è semplice: a casa, ognuno potrà scegliere di mettere in pratica uno o più consigli per migliorare il proprio rapporto con il cellulare».
Un esempio? «Quando tornerò alla normalità - annuncia Paola, 48enne assistente di direzione a Bergamo - metterò paletti precisi al controllo compulsivo delle mail. Individuerò dei momenti definiti e ottimizzerò le mie attività lavorative. Sono certa che ne beneficerà anche il rendimento». Tra gli spunti di Monica Bormetti, raccolti nel suo libro «#Egophonia - Gli smartphone tra noi e la vita» (Hoepli), alcuni sono molto semplici: non guardare il cellulare appena svegli, inserire un timer alle app di Facebook e Instagram, disattivare le notifiche, prendersi del tempo senza dispositivi elettronici prima di andare a dormire. Banalità? All'apparenza sì, ma preziose. «Per cambiare le abitudini digitali bisogna iniziare a piccoli passi e avere chiara la motivazione» conclude Bormetti.
Dopo la mattinata di lavori, la tabella di marcia prevede pranzo e pomeriggio libero tra passeggiate, bagni al lago, giochi in scatola, letture all’ombra, un corso di raccolta di erbe spontanee, un tramonto a Gubbio. Si apprezza la bellezza del paesaggio, si torna anche un po' bambini. «Sembrerà sciocco - ci confidano - ma senza cellulare ci pare di vivere le cose più intensamente. Una magia, che dovrebbe essere normalità». Dopo cena, pratica di meditazione e poi tutti naso all’insù alla ricerca di stelle cadenti. Chiediamo quali sono i desideri più gettonati. «A me basta imparare a vivere nel momento presente» ci sussurra una partecipante. E chissà che una delle strade passi proprio dalla consapevolezza di sé e dei propri bisogni, con o senza telefonino.
Qualche suggerimento
Per provare lo yoga digital detox di Monica Bormetti e Stefania Clementi, il calendario e le iscrizioni sono all'indirizzo www.yogadigitaldetox.com. Altri professionisti specializzati in disconnessione sono Alessio Carciofi, che organizza viaggi Digital Detox con il metodo digital felix (info su www.digitaldetox.it), e l'agenzia Logout Livenow, che opera in Sardegna (www.logoutlivenow.com) e prepara pacchetti anche per ritiri aziendali.
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