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I fratelli Bormetti tra blockchain, startup e iperconnessione

Monica e Matteo ospiti all’Its Machina Lonati hanno parlato ai ragazzi di tecnologia e lavoro
Da sinistra Rizzetti, Matteo e Monica Bormetti, Maculotti - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra Rizzetti, Matteo e Monica Bormetti, Maculotti - © www.giornaledibrescia.it
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Quanto la tecnologia agevola la produttività nel mondo del lavoro e quanto la ostacola? Molto, in entrambi i casi. Ne hanno parlato due esperti di digital experience, Matteo e Monica Bormetti, durante un incontro organizzato dall’Its Machina Lonati.

A esordire sul palco Matteo Bormetti, che nel 2013 ha lasciato una promettente carriera all’interno delle agenzie pubblicitarie del gruppo Wpp per fondare la sua prima statup, Open Mondo. Dopo averla venduta, nel 2018, è diventato consulente e partner di altre aziende, aiutandole nel marketing e nel fundraising.

Più recente, ma non meno profonda, la sua conoscenza nell’ambito della blockchain e dell’intelligenza artificiale. Di cui dice: «Sono due elementi che influenzeranno tantissimo l’economia e il mondo del lavoro. La rivoluzione della blockchain consiste nell’abbattere la centralizzazione di un ente per la certificazione dei dati, non solo quelli economici, ma anche quelli relativi alla proprietà intellettuale alle polizze auto, alla notarizzazione di un immobile e a tanti altri settori».

E aggiunge: «Questo è uno dei meccanismi che portano alla seconda fondamentale rivoluzione, relativa alle professioni: da un lato saranno sempre più richieste figure esperte di intelligenza artificiale e blockchain, dall’altro verranno - e il meccanismo è già in corso - tolti posti al lavoro umano e manuale».

Non c’è però da avere paura, semmai da imparare: «È un po’ come quando è arrivato internet e qualcuno ha provato a opporvisi: è un processo inarrestabile, che in ogni caso può migliorare la vita, bisogna solo comprenderla e sfruttarla a proprio vantaggio». Come ha fatto Matteo, che dieci anni fa ha portato online oltre 200 imprese di Ponte di Legno ancora assenti dal web. «Nel fare startup - dice rivolgendosi agli studenti in platea -, serve innanzitutto avere una stella polare, un obiettivo saldo, che non necessariamente combacia con il business. Bisogna avere lo sguardo proiettato al futuro ma senza perdere di vista il presente».

Sfide altrettanto ambiziose sono quelle che si è trovata ad affrontare Monica Bormetti, sorella di Matteo e psicologa del lavoro. Il suo intervento si è incentrato sulla sempre più rara abilità di disconnettersi. «È innegabile - dice Monica -, che oggi non possiamo prescindere dalla tecnologia né tanto meno accantonarla, ma è necessario imparare a farne un uso consapevole, non solo per la propria salute, ma anche per la qualità del lavoro».

A questo scopo Brometti ha fondato Smartbreak, un servizio che offre da un lato coaching per aziende e studenti sull’utilizzo intelligente del digitale, dall’altro momenti, talvolta anche prolungati, di disconnessione. «

Facendo sperimentare periodi senza smartphone - spiega - invito le persone a rendersi conto degli automatismi malsani che hanno nei confronti della tecnologia, come prendere in mano il telefono anche senza un motivo specifico o perdere tempo scrollando la home dei social network. L’obiettivo è ragionare sulle strategie da adottare per raggiungere un equilibrio vantaggioso».

Monica lavora anche con aziende nazionali e internazionali, dove il focus è impedire all’iperconnessione di inficiare produttività e creatività, spesso messe a rischio dal bombardamento di informazioni e dall’illusione del multitasking: «L’iperconnessione - spiega Bormetti -, rischia di rallentare il lavoro a danno della produttività, e di impoverire il processo creativo. Per questo aiuto i lavoratori a liberarsi dalla tempesta quotidiana di mail o dalle giornate passate in conference call».

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