Vandali alla scuola di Cellatica, trovati i responsabili degli incendi

Carabinieri e Procura non hanno dubbi. E quello su cui si indaga non sarebbe l’unico caso
Serviranno mesi per ripristinare la scuola primaria
Serviranno mesi per ripristinare la scuola primaria
AA

Gli inquirenti non hanno dubbi. Hanno raccolto testimonianze, immagini, prove fisiche e riscontri. Sono sicuri. Per i carabinieri di Gussago e la Procura dei minori avrebbero un nome e un volto i vandali che domenica 18 settembre hanno devastato la scuola elementare di Cellatica, costringendo poi l’amministrazione comunale, grazie alla collaborazione della parrocchia, a trasferire le lezioni negli spazi dell’oratorio. Un trasloco obbligato che purtroppo durerà alcuni mesi tale e tanta è stata la devastazione che quei ragazzi si sono lasciati dietro.

Le tracce

Le indagini avrebbero accertato, con prove e riscontri, quello che in paese si diceva da tempo e cioè che il raid alla scuola elementare sia stato solo l’ultimo atto di un gruppetto che nei giorni precedenti aveva già colpito in altre zone, in paese e anche in oratorio, picchiando e incendiando. Sull’identità dei ragazzi viene mantenuto il più stretto riserbo ma dalla parrocchia ai genitori degli studenti rimasti senza aule, fin dai primi giorni si era puntato il dito verso alcuni adolescenti che vivono tra Cellatica e Gussago e che in molti avevano già notato per la loro prepotenza.

Un conto però sono le voci di paese, un altro i riscontri investigativi. Ora però ci sarebbero anche quelli. I carabinieri sono partiti dai dati oggettivi, analizzando le tantissime immagini delle telecamere di sorveglianza di case private, aziende ed esercizi pubblici oltre ai dati di lettori targhe e del sistema di videosorveglianza del paese. Le voci sono state acquisite e vagliate con attenzione, alcune escluse altre sono state spunto investigativo. Ora, per chi indaga, il quadro è chiaro e a breve il cerchio potrebbe chiudersi.

Spregio del bene comune

Il raid vandalico e l’incendio appiccato nelle aule ha lasciato un segno profondo nella comunità per la gratuita cattiveria verso il bene comune e i più piccoli. Tra le bassezze consumate all’interno delle aule infatti anche la distruzione, con il fuoco, dei quaderni e dei lavoretti di cartone dei più piccoli, il danneggiamento delle lavagne elettroniche e poi computer e tablet buttati nei lavandini. Una violenza che ha scosso e indignato la comunità che ora chiede giustizia.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato