Vaccino agli over 80 a partire da febbraio: referenti i medici

Chi ha più di ottant’anni inizierà ad essere vaccinato intorno al dieci febbraio con i medici di famiglia protagonisti delle immunizzazioni. Da loro si potrà prenotare la vaccinazione e, sempre nei loro studi, gli ultraottantenni potranno essere vaccinati. Chi non può spostarsi, verrà raggiunto a domicilio. Il piano, tuttavia, è subordinato all’approvazione del vaccino AstraZeneca, più facile da gestire. Intanto, prosegue la prima fase della campagna vaccinale anti-Covid. Nella giornata di venerdì nei punti vaccinali delle Asst bresciane, ma anche delle strutture private accreditate, si sono effettuate quasi duemila vaccinazioni. Cui si devono aggiungere quelle di operatori ed ospiti delle Rsa che hanno iniziato la campagna vaccinale da una settimana.
Nelle residenze per anziani sono circa tredicimila le persone in totale che hanno diritto ad essere vaccinate. E da oggi riceveranno la seconda dose di richiamo coloro che sono stati vaccinati il 27 dicembre. I dati. Nelle strutture sanitarie lombarde, venerdì scorso sono state effettuate 16.552 vaccinazioni anti Covid. Il dato complessivo sale quindi a 165.523 somministrazioni dall’inizio della campagna, superando il 70% delle dosi sinora disponibili. Obiettivo comune è riuscire a terminare questa fase entro metà febbraio e cominciare, ad inizio febbraio, la vaccinazione degli over 80 previsti tra le categorie prioritarie dal Piano nazionale vaccini anti-Covid. La seconda tornata di vaccinazioni riguarderà le persone che hanno più di 80 anni per poi proseguire con le categorie previste dal Piano nazionale. Subito dopo i «grandi anziani», sarà il turno degli operatori del trasporto, insegnanti, addetti ai servizi essenziali, cronici, fragili, carcerati. Servirà un raddoppio dell’attuale capacità di somministrazione. Rinforzi dal 20 gennaio. Per questo il commissario Arcuri ha ribadito che «dal 20 gennaio arriveranno su tutto il territorio nazionale i primi 1.500 medici e infermieri, in supporto agli operatori già impegnati e, considerando che nelle fasi più intense della campagna il fabbisogno di personale per le somministrazioni toccherà le 17mila unità, arriveranno nei prossimi mesi complessivamente circa 15mila inoculatori».Verranno assegnati alle Regioni e ai punti vaccinali territoriali in base alle effettive necessità. Tenuto conto che sono pronti ad entrare in campo anche medici di medicina generale e pediatri e, più avanti, saranno coinvolti anche i farmacisti.
Le priorità. A proposito delle priorità di somministrazione del vaccino, Arcuri dichiara: «Non è possibile al momento modificare in una sede diversa dal Parlamento il Piano vaccinale e nemmeno l’ordine delle categorie previste, benché le richieste siano legittime. Al crescere delle dosi a disposizione è possibile anticipare le somministrazioni alle prossime categorie». Per organizzare le fasi successive della campagna vaccinale anche nel Bresciano, soprattutto quando inizierà la vaccinazione di massa, si insedierà entro la prossima settimana un «tavolo tecnico» in Lombardia. Ne faranno parte gli esperti dell’assessorato al Welfare e i referenti dei sindaci delle città capoluogo. Con l’arrivo del nuovo vaccino prodotto da AstraZeneca aumenterà il numero dei vaccinandi, tutti coloro che non rientrano nelle categorie a rischio che si stanno vaccinando in queste settimane.
Comuni e Regione. Sia l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti sia i sindaci hanno convenuto «sulla necessità di un progetto che sia capillare nei territori». Da qui l’urgenza di individuare, fin da subito, i luoghi dove saranno eseguite le somministrazioni e le persone che saranno adibite all’inoculazione «in loco». In tal senso, una prima geografia del punti vaccinali nel Bresciano è già stata delineata in riunioni alle quali hanno partecipato i referenti delle Asst e degli Enti locali. Geografia che verrà affinata durante il confronto al tavolo tecnico regionale.
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