Tweet bresciano sulle foibe e polemiche, replica Anpi nazionale

«Ricordiamo senza alcuna reticenza l'orrore delle foibe. Ma perdura l'assordante silenzio verso "la più complessa vicenda del confine orientale"»
Una delle foibe scoperte nel dopoguerra -  © www.giornaledibrescia.it
Una delle foibe scoperte nel dopoguerra - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Ricordiamo in primo luogo e senza alcuna reticenza l'orrore delle foibe e le sue vittime e, assieme, il dramma dell'esodo di tanti italiani. Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia. Ma perdura l'assordante silenzio verso "la più complessa vicenda del confine orientale"».

Così il presidente dell'Anpi nazionale, Gianfranco Pagliarulo, torna sulle polemiche nate in giornata da un tweet dell'Anpi Brescia Centro che, citando lo scrittore Eric Gobetti ha affermato che «Basovizza non è tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato».

Il tweet di Anpi Brescia Centro finito nell'occhio del ciclone delle polemiche e poi rimosso - © www.giornaledibrescia.it
Il tweet di Anpi Brescia Centro finito nell'occhio del ciclone delle polemiche e poi rimosso - © www.giornaledibrescia.it

Parole che hanno suscitato l'ira del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. «Stigmatizziamo - scrive Pagliarulo - il silenzio verso l'aggressione dell'Italia fascista nei confronti della Jugoslavia (parte della Slovenia, della Croazia, compresa la Dalmazia, e della Bosnia ed il Montenegro), di cui quest'anno ricorre l'80esimo anniversario, gli innumerevoli, efferati massacri che ne seguirono, le impunite responsabilità dei criminali di guerra italiani. Stigmatizziamo il silenzio verso le violenze, gli incendi e

gli omicidi del "fascismo di confine" in Venezia Giulia dal 1920 in poi, che colpì le minoranze slovene e croate e gli oppositori politici italiani. Stigmatizziamo il silenzio verso la risiera di San Sabba, campo di sterminio dove furono assassinati dall'inizio del 1944 migliaia di ebrei, partigiani, detenuti politici ed ostaggi. Stigmatizziamo il silenzio verso i crimini nella Zona d'operazioni del litorale adriatico, che comprendeva l'attuale Friuli-Venezia Giulia e la Zona d'operazioni delle Prealpi, cioè l'attuale Trentino Alto Adige, occupati dai nazisti all'indomani dell'8 settembre, con la piena collaborazione dei fascisti italiani, complici o responsabili - a cominciare dalla X MAS - di innumerevoli delitti. A 17 anni dall'approvazione della legge prevale una memoria vera e drammatica, ma che è parte di una memoria molto più grande, volutamente e colpevolmente rimossa».

Il presidente Anpi chiede infine di «aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell'esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo e le incancellabili e criminali responsabilità del fascismo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia